AGI - Taulant Pasho, figlio dei coniugi albanesi i cui corpi sezionati sono stati rinvenuti in 4 valigie lo scorso dicembre è stato estradato dalla Svizzera, dove l'uomo era recluso.
L'estradizione è conseguente alla richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze titolare dell'inchiesta sul ritrovamento dei resti umani nelle valigie. Taulant Pasho si trova ora nel carcere di Como per una condanna definitiva che doveva scontare in Italia di 3 anni e 4 mesi per reati in materia di stupefacenti.
Il rientro in Italia del 33enne potrebbe rappresentare una svolta per l’inchiesta nella quale i magistrati sono a 'caccia' di riscontri e Dna. Tracce cercate in questi mesi sulle valigie e in una casa. Quella di via Fontana teatro, secondo gli inquirenti, del delitto di Shpetim e Teuta Pasho, i coniugi albanesi scomparsi nel 2015 e poi rinvenuti a pezzi nel dicembre scorso in un campo di Sollicciano che corre lungo la superstrada Firenze-Pisa-Livorno.
Per questo motivo l'immobile di via Fontana, nel quartiere San Jacopino, è stato passato al setaccio dagli specialisti del Ris dei carabinieri che hanno avviato le ricerche di profili genetici dopo aver repertato alcune tracce. L'inchiesta, dunque, procede da mesi su più binari.
Un altro è stato il lungo e delicato lavoro tra procure, grazie al quale è stato possibile riportare in Italia Taulant. Un uomo con precedenti penali per droga, arrestato a 28 anni e detenuto nel carcere di Sollicciano. Successivamente scarcerato il 2 novembre del 2015: una data importante questa perché nello stesso giorno scompaiono i coniugi Pasho. La sinistra coincidenza del calendario non basta ovviamente a formulare un'accusa.
L’uomo, tuttavia, deve scontare una condanna definitiva di 3 anni e 4 mesi relativa alla detenzione di 6 chili e mezzo di marijuana trovati all'interno del garage dell'abitazione dove viveva, quella di via del Pantano. E per questo viene nuovamente tratto in arresto l'11 giugno 2016. Sottoposto alla misura degli arresti domiciliari a ottobre dello stesso anno evade. E da allora si rende irreperibile. E per questo è destinatario di un provvedimento di carcerazione definitiva.
Al centro dell'inchiesta anche la sua ex fidanzata Elona Kalesha, in carcere dal dicembre scorso. La donna è indagata per il duplice omicidio insieme al fratello, Denis. Proprio per la 36enne di origine albanese i suoi legali - Federico Febbo e Antonio D'Orzi - avevano avanzato la richiesta di revoca della misure cautelare. Ma solo pochi giorni fa il gip Angelo Pezzuti della procura fiorentina l'ha respinta.