AGI - Avrebbe avuto i sistemi di controllo della sicurezza manipolati l'orditoio gemello di quello in cui è morta Luana D'Orazio sequestrato dalla Procura di Prato subito dopo l'incidente mortale sul lavoro accaduto lo scorso 10 maggio nell'azienda tessile di Orte di Montemurlo.
Ad accertarlo - secondo quanto trapelato da ambienti vicini all'inchiesta - sarebbe stato il consulente tecnico nominato dal pubblico ministero durante gli accertamenti effettuati mercoledì per conto della Procura. L'esame dell'orditoio nel quale è morta Luana, invece, sarà eseguito sempre dal consulente della Procura ma soltanto nei prossimi giorni.
Il consulente della Procura della Repubblica e i periti delle parti coinvolte nelle indagini hanno messo in funzione il secondo orditoio del tutto simile a quello dove si è verificata la morta della ragazza e avrebbero constatato che il macchinario è rimasto in funzione anche con la saracinesca di sicurezza, che doveva garantire la protezione, alzata.
È proprio su questo punto, infatti, che si concentrano le indagini degli inquirenti. Due al momento le persone sul registro degli indagati: la titolare dell’azienda. Luana Coppini e l’addetto alla manutenzione del macchinario, Mario Cusimano. I due, oltre che del reato di omicidio colposo, sono indagati per rimozione od omissione dolosa delle cautele antinfortunistiche.