AGI - "Non è fuorviante parlare per l'Italia dell'esigenza e della prospettiva di una palingenesi della repubblica che guardi al passato dei Padri Costituenti e ad un domani in buona parte da reinventare. Potremmo essere agli esordi di una auspicabile Quarta Repubblica: una particolare e ambiziosa versione di 'ritorno al futuro'".
Nel suo Rapporto Italia 2021 l'Eurispes si lancia in una previsione su quella che sarà l'Italia del dopo Covid, una sorta di auspicio. "La questione è se dobbiamo o possiamo attenderci delle modificazioni profonde che attengano non solo alla necessità di rispondere meccanicamente ed efficacemente agli effetti della pandemia - si legge nel rapporto - ma che siano anche in grado di accompagnare una nuova lettura che le nostre società danno di se stesse, con il corredo di nuove risposte alle evidenti contraddizioni che da decenni improduttivamente le agitano.
Quanto alle priorità e alle gerarchie - si chiede l'Eurispes - si tornerà a quelle pregresse, oppure anche 'oltre il Covid' si manterranno nuovi equilibri 'avvertiti' come piu' funzionali? Il futuro tenderà ad assomigliare al passato, o sarà diverso?", si chiede il rapporto.
E la risposta che viene data è la seguente: "E' necessario che si realizzi una corrispondenza tra un 'nuovo senso comune' e una nuova rappresentanza politica che da questo venga espressa. Sul 'nuovo senso comune' l'esperienza della pandemia sta certamente manifestando una forte influenza. Anche gli istinti populistici, che emergono dal vuoto che la politica ha lasciato, potrebbero assopirsi - è l'analisi dell'Eurispes - portandosi dietro l'eccessivo leaderismo che informa la scena pubblica, sostituendo malamente la funzione di un ceto amministrativo e politico che evidentemente fa acqua".
"Dalla crisi di protagonismo che la politica tradizionale sta vivendo potrebbe inoltre discendere un orientamento dei media non più sostanzialmente ancillare verso i potenti di turno - si legge nel rapporto - e meno attento a fibrillazioni politiche apparentemente rilevanti, ma che in realtà riguardano solo un ceto autoreferenziale. In tal modo, nel mondo della comunicazione si aprirebbero spazi da dedicare a tematiche in grado di accrescere la consapevolezza e il senso civico dei cittadini.
Conseguentemente, una comunicazione che si mostrasse corretta e funzionale toglierebbe almeno in parte spazio al web che, soprattutto nella dimensione dei social, propone illusori e spesso infausti protagonismi, oltre a rendere ininfluente il confine tra il falso ed il vero. La 'responsabilità', dunque, oltre che il carburante - conclude - puo' rappresentare anche la cartina di tornasole di un Paese che si ri-costituisce, assecondato da una politica ispirata anch'essa da 'responsabilità', è rappresentato da media che 'responsabilmente' accompagnino questo difficile percorso".
Fara: "Il populismo è finito, costituire la Quarta Repubblica"
Il populismo è finito e ora la politica ha l'occasione di ricostituirsi per dare vita alla Quarta Repubblica. Lo afferma il presidente dell'Eurispes, Gian Maria Fara, nell'introduzione al Rapporto Italia 2021. "La Repubblica n. 3, quella dell'Italia scalata e poi governata dal populismo - spiega - sembra aver avuto vita breve, visti gli esisti della crisi dello scorso gennaio e la formazione del Governo Draghi, ovvero di una configurazione lontana quanto piu' possibile dai fasti del populismo e del sovranismo anti-Ue".
"La crisi dell''anti-politica' non è meno seria di quella della politica tradizionale, che tanto spazio le aveva concesso nell'ultimo decennio.Al momento, la 'delega"' ai tecnici e ai 'competenti' appare molto ampia. Si potrebbe affermare che, consapevole dei propri limiti e della propria impreparazione, il ceto politico si sia affidato a chi può dare relative assicurazioni di ben operare sui temi dell'uscita dall'epidemia e della ricostruzione delle basi economiche del Paese".
Secondo Fara la crisi generata dal Covid ha fatto emergere la necessità di ricostruire "una identità statuale compressa negli anni da una devoluzione verso il basso, le Regioni, e verso l'alto, l'Europa. Nello stesso tempo, ha archiviato l'idea che i cittadini possano sostituire efficacemente - e ad un livello etico supposto superiore - le Istituzioni politiche.
L'idea che "uno vale uno" si è miseramente infranta di fronte alla necessità della competenza nella gestione della complessità".
Superata quindi l'idea che "uno vale uno", si afferma, secondo Fara, "il bisogno di competenza e autorevolezza e a ciò è ispirata una scelta senza alternative, che è stata concretizzata dal Quirinale con la chiamata in campo di Mario Draghi. Draghi è autorevole perché è competente e perché ha dimostrato nel corso della sua carriera di saper fare e di avere sempre fatto il bene dell'Italia".
Per il presidente dell'Eurispes, "il passaggio che stiamo affrontando rappresenta per la politica un'occasione per ri-costituirsi, dando cosi' corpo a quella che a quel punto sarebbe legittimo definire 'Quarta Repubblicà".
"Il rischio - avverte - è che al contrario dal ripiegamento, dal 'passo a lato' del ceto politico si torni, a fine emergenza, alle routine consuete della casta e alla fiera della a-responsabilità".