AGI - Condanna all'ergastolo per gli americani Finnegan Lee Elder e Gabriel Natale Hjorth per l'omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega e il ferimento del collega Andrea Varriale. Lo ha deciso la prima corte d'assise di Roma dopo una camera di consiglio di 13 ore.
Alla lettura del dispositivo della sentenza Rosa Maria Esilio, vedova del carabiniere, è scoppiata in lacrime e ha stretto in un abbraccio intenso Paolo, il fratello della vittima.
"E' stata una sentenza severa ma corrispondente al delitto atroce che è stato commesso. Si tratta di una pena adeguata alla gravità del fatto, compiuto da due imputati che non hanno dato alcun segno di pentimento", è il commento dell'avvocato Franco Coppi, difensore di parte civile della famiglia Cerciello.
"Questa sentenza è una vergogna per l'Italia con dei giudici che non vogliono vedere quello che è accaduto durante le indagini e durante il processo. Non ho mai vista una cosa simile. Abbiamo assistito al solito tandem procura-giudici". Sono le durissime parole dell'avvocato Renato Borzone, difensore di Finnegan Lee Elder. "C'è un ragazzo di 19 anni che è stato aggredito", ha aggiunto il penalista, che ha annunciato ricorso in appello.
Il vicebrigadiere è stato ucciso con undici coltellate in appena trenta secondi, il suo collega Varriale lievemente ferito dai due giovani californiani in vacanza a Roma, al termine di una serata che doveva essere solo di sballo a base di alcol e cocaina e si è invece trasformata in tragedia.
L'agguato è stato compiuto in una via del quartiere Prati il 26 luglio del 2019. Una vicenda giunta a dibattimento in tempi record, appena sette mesi dai fatti, anche se alla procura e ai carabinieri sono bastate appena 12 ore per individuare e arrestare i due americani che avevano trovato alloggio poco distante al luogo dell'aggressione, all'hotel Le Meridien.
I due ragazzi si sono difesi dicendo di aver aggredito Cerciello e Varriale (che erano in abiti civili) senza sapere che appartenessero alle forze dell'ordine e di averli scambiati per uomini mandati da Sergio Brugiatelli al quale, qualche ora prima del delitto, avevano sottratto uno zaino per vendicarsi di essere stati imbrogliati dal pusher di Trastevere Italo Pompei il quale, indicato loro dallo stesso Brugiatelli, gli aveva ceduto tachipirina frantumata al posto di un grammo di 'neve'.
Brugiatelli aveva concordato con i due americani un appuntamento per farsi restituire lo zaino in cambio di 100 euro e un pò di droga, ma a quell'incontro si presentano Cerciello e Varriale, che vengono brutalmente aggrediti. Il primo muore dissanguato, l'altro, in stato di choc, chiama i soccorsi. Gli americani ne approfittano per fuggire e tornare in albergo con la dovuta calma, ignorando di essere ripresi dalle telecamere di videosorveglianza: nel controsoffitto della loro stanza nascondono l'arma del delitto.