AGI - "È ragionevole pensare che il numero dei morti continuerà a calare. E questo soprattutto per l'avanzamento della campagna vaccinale che protegge le fasce più a rischio". Ne è convinto Carlo Federico Perno, responsabile di Microbiologia e Diagnostica di Immunologia all'ospedale pediatrico Bambino Gesù. "Ma la diminuzione dei casi e il calo dei decessi non stanno procedendo in maniera esattamente sincrona", osserva Perno all'AGI.
"Dobbiamo considerare che veniamo da un mese di restrizioni e questo mostra i suoi effetti sul contagio". Però sul calo del numero di morti è soprattutto il vaccino a far sentire il suo peso: "Abbiamo evidenze da Israele e Gran Bretagna, i paesi in cui l'immunizzazione della popolazione è in stato più avanzato. E in queste realtà la mortalità tra gli anziani è crollata", sottolinea Perno.
Da studi efficacia vaccino in 12-16 anni come in adulti
Il vaccino anti Covid di Pfizer somministrato agli adolescenti dai 12 ai 16 anni di età "mostra un'efficacia simile a quella riscontrata nell'adulto", annuncia Perno, spiegando che il vaccino di Pfizer è quello più vicino alla sottomissione dell'approvazione alle Agenzie regolatorie fondamentale per poter partire".
Non appena il vaccino "sarà autorizzato si procederà a immunizzare i ragazzi, auspicabilmente prima i fragili di quella fascia di età e poi tutti gli altri".
La sperimentazione, però, ricorda Perno, è fondamentale, perché "il bambino non è un piccolo uomo. Non si tratta di riformulare la dose e adattarla a un peso minore. L'intero organismo del bambino e dell'adolescente è in fase evolutiva, è reattivo, e una sostanza può provocare una tossicità molto diversa. Pensiamo ad esempio all'aspirina, uno dei farmaci più comuni: al bambino non può essere somministrata perché può sviluppare reazioni gravi.
Quanto al tipo di vaccino, non ce ne è uno più indicato. "Quello di Pfizer è quello su cui abbiamo dati", osserva Perno, aggiungendo che tuttavia "è difficile sapere se c'è differenza tra un vaccino a mRna e uno a vettore virale". Diciamo che - sottolinea il virologo, "soprattutto nei bambini, dobbiamo essere assolutamente sicuri che un vaccino a vettore virale non sia replicante. E nessuno di quelli approvati lo è. In più, quelli a mRna, come Pfizer o Moderna, non presentano quell'elemento che è necessario tenere sott'occhio con virus a vettore virale".
La variante indiana non è più pericolosa del virus in sé
Sulla variante indiana, Perno non ha dubbi: "Al momento, non deve preoccuparci nè più nè meno del virus in sè". "Non abbiamo evidenze che sia più infettiva, più contagiosa o più letale", dichiara l'immunologo, ricordando che in India "l'aumento dei casi non è effetto della variante. L'impennata ha fatto crescere il numero di tamponi ed è emersa anche questa variante. Ma quanto sia collegata a un maggior rischio di infezione o di malattia è tutto da stabilire".
Festa Inter? La punta dell'iceberg di comportamenti scorretti
Quello che è accaduto domenica in piazza Duomo a Milano dopo la vittoria dell'Inter "è stato il casus belli per rendersi conto di ciò che sta accadendo un po' in tutta Italia, dal lungomare di Napoli al centro di Torino". Secondo Perno "è solo la punta dell'iceberg". Molte persone "percepiscono che stiamo andando verso la risoluzione del problema e la anticipano. Sbagliando tantissimo. Non condivido affatto questo atteggiamento che porterà molto probabilmente a una risalita dei contagi".
A quanto ammonterà il danno "è difficile da dire, i contagi avvenuti domenica si confonderanno con quelli registrati a livello regionale ma di sicuro ci sarà un aumento dei casi", spiega Perno che sottolinea come la gravità stia non tanto nel contagio tra i tifosi ma quello indirettamente delle persone fragili o degli anziani che verranno a contatto con questi supporter che si siano eventualmente infettati".