AGI - Il giudice della Corte d'Assise d'Appello di Genova ha confermato l'assoluzione, decisa in primo grado, per Marco Cappato e Mina Welby, rispettivamente tesoriere e co-presidente dell'Associazione Luca Coscioni. Iue erano accusati di aiuto al suicidio offerto al 53enne Davide Trentini, malato di sclerosi multipla, deceduto in una clinica in Svizzera il 13 aprile 2017.
"Davide sorriderebbe di questa sentenza come ha sorriso quando se ne è andato", ha detto Mina Welby, copresidente dell'associazione Luca Coscioni, dopo la sentenza. Per Welby, l'assolluzione rappresenta "assolutamente un passo avanti" ed esorta tutti a dare un aiuto per "raccogliere le firme sia a maggio per la legge che a luglio per il referendum".
Secondo Cappato, "con questa decisione si stabilisce un precedente importante, un principio importante: non è necessario essere attaccati ad una macchina per essere aiutati a morire se si è anche dipendenti da un trattamento di sostegno vitale. Il problema è che ci sono voluti quattro anni e nove udienze - sottolinea - per arrivare alla conferma di questo risultato. È evidente che persone in queste condizioni di malattia terminale non possono affrontare iter così lunghi. Filomena Gallo (avvocato che ha seguito la vicenda, ndr) sta già seguendo dei casi di persone che si sono viste opporre il rifiuto e andare nei tribunali perché il parlamento italiano si sta rifiutando di assumersi le responsabilità, nonostante due richiami della Corte Costituzionale".
"È una decisione importante ed è stato importante anche sentire le conclusioni della procura generale che ha chiesto la conferma dell'assoluzione e che ha ribadito che esistevano i requisiti affinché Marco Cappato e Mina Welby fossero assolti", ha detto Filomena Gallo, legale che ha presieduto il collegio di difesa nel processo di secondo grado contro il tesoriere e la copresidente dell'associazione Luca Coscioni, accusati di aver offerto aiuto per il suicidio assistito di Davide Trentini. "Il pg", ha detto Gallo, "ha sottolineato che il malato Davide Trentini era affetto da patologia irreversibile che produceva gravi sofferenze, capace di autodeterminarsi e con trattamenti di sostegno vitali, che non sono solo quelli di essere attaccati a un macchinario, ma anche quelli farmacologici. Oggi - ha poi ricordato il legale - ci sono malati che soffrono e sono esclusi dal poter decidere sul proprio fine vita e ottenere aiuto per porre fine alle proprie sofferenze".
Radicali: "Ora la legge"
"L'assoluzione di Marco Cappato e Mina Welby oggi nel processo di appello a Genova per la vicenda Trentini è un'altra vittoria di civiltà dopo quella di ieri che ha assolto Walter De Benedetto dall'accusa di coltivazione di sostenza stupefacente". Lo affermano in una nota Massimiliano Iervolino e Giulia Crivellini, segretario e tesoriera di Radicali Italiani. "Temi tradizionalmente radicali come la legalizzazione della cannabis e dell'eutanasia per ora si affrontano solo nei tribunali - che pure rispondono assolvendo - mentre il Parlamento continua a rimanere in silenzio. Quindici anni fa l'allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano disse a Piergiorgio Welby che in materia di fine vita 'l'unico atteggiamento ingiustificabile sarebbe il silenzio'. Nel 2013 abbiamo raccolto insieme all'Associazione Luca Coscioni 70 mila firme sulla proposta di legge di iniziativa popolare "EutanasiaLegale".
"Ci sono state poi le storie, le lotte, tra cui quella di Davide Trentini, di DjFabo, dei loro famigliari e delle migliaia di persone che chiedono solo il diritto di morire con dignità - continua la nota - ci sono state le disobbedienze civili di Mina Welby e di Marco Cappato, le sentenze monito della Corte costituzionale. Eppure, ancora, dal Parlamento nessuna risposta. Proprio per sconfiggere questo immobilismo qualche giorno fa abbiamo depositato in Corte di Cassazione insieme all'Associazione Coscioni un quesito referendario per rendere l'eutanasia legale nel nostro Paese. A luglio cominceremo a raccogliere le 500 mila firme necessarie consci che sarà un'impresa difficilissima e gigantesca ma l'esito processuale di oggi non fa che confermare la nostra convinzione: quella di immaginare insieme un futuro di libertà e dignità, fino alla fine", concludono.
M5s: "Bene assoluzione, ora ok a legge"
Soddisfazione per la sentenza di oggi è stata espressa anche da Gilda Sportiello, deputata del Movimento 5 Stelle e capogruppo in commissione Affari Sociali della Camera. "E' un'ottima notizia - dice - la copresidente e il tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni erano finiti sotto accusa per l'assistenza al suicidio di Davide Trentini e, ora che i giudici hanno confermato la sentenza di primo grado, viene fatto un ulteriore passo in avanti sul tema del fine vita. Garantire il rispetto della dignità della persona e il pieno diritto all'autodeterminazione è per noi una battaglia di civiltà di fondamentale importanza e non è più ammissibile perdere tempo".
"La politica - continua Sportiello - deve raggiungere questo traguardo". "Il Parlamento non può più aspettare e deve attivarsi per colmare il vuoto normativo presente nel nostro Paese, come chiesto soprattutto dalla Consulta. Come Movimento 5 Stelle riteniamo si tratti di un tema prioritario e per questo abbiamo fortemente voluto la calendarizzazione della discussione, prevista per giugno, della nostra proposta di legge. L'iter è stato dunque avviato e giovedì 6 maggio le commissioni Affari sociali e Giustizia si riuniranno per il deposito del testo base e l'avvio della discussione generale. Auspichiamo che anche tutte le altre forze politiche si assumano la responsabilità di dare risposte al Paese, per arrivare al più presto a una legge condivisa che molti cittadini aspettano da troppo tempo", conclude.