AGI – “Un’operazione di vendetta, non di giustizia, messa in campo da uno Stato debole che non sa chiudere i conti con la propria storia”. Così l’avvocato Davide Steccanella, legale di Cesare Battisti e autore di numerosi libri sugli anni della lotta armata italiana, commenta all’AGI l’arresto in Francia di sette terroristi.
"Non erano delinquenti singoli, parteciparono a guerra civile"
“Il mio disagio è legato a perplessità sia di carattere giuridico che sociale e politico – spiega il difensore dell'esponente dei Proletari armati per il comunismo (Pac) catturato in Bolivia dopo oltre 40 anni dai fatti che gli sono addebitati nel 2019 -. Sono individui i cui delitti risalgono dai 40 ai 50 anni fa, mi domando quale sia il senso della giustizia che interviene a distanza di così tanto tempo su soggetti che non sono da decenni in Italia sulla base di quelli che furono accordi col governo italiano. La ‘dottrina Mitterand’ nacque per risolvere un problema storico perché quegli individui non erano delinquenti singoli”.
"Come si fa a considerare 'delinquente abituale' chi commise delitti 40 anni fa?"
Il “messaggio” che questa operazione trasmette secondo il legale milanese “è molto negativo e antistorico. Il procedimento utilizzato è quello per i criminali nazisti presi in Sudamerica, paragonando chi ha gestito i lager a chi ha partecipato – parliamo di 6mila persone condannate e altri numeri enormi – a una guerra civile a bassa intensità. Sono soggetti peraltro che nel Paese che li ha ospitati non hanno dato problemi di illegalità”.
Steccanella manifesta “disagio” anche in una lettura giuridica. “Ho letto del ricorso a procedure del tutto straordinarie tra cui l’estensione della nozione di ‘delinquenza abituale’ per consentire termini di prescrizioni più lunghi. Come si può applicare questa qualifica a una persona che ha commesso un delitto tanti anni fa? Sono forzature giuridiche”. Nemmeno, nella lettura dell’avvocato, è corretto parlare di un blitz a beneficio delle vittime”- “Nei Paesi civili le vittime non decidono la sorte detentiva dei presunti colpevoli, ma attendono giustizia e processi. Cosa cambia vedere un singolo arrestato 40 anni per delitti maturati in un disegno collettivo? Non erano quattro disperati che spararono un giorno”.
Così come per l’arresto di Battisti “si vuole sventolare un vessillo e accontentare l’opinione pubblica che ha voglia di forca in un momento in cui al Paese non si sa dare altro”. “Mi auguro che la Francia – conclude Steccanella – non consegni questi soggetti all’Italia per fargli scontare una pena che non ha nessun senso costituzionale in condizioni illegittime come quelle riservate a Battisti”.