AGI - Dirigeva dal carcere un traffico internazionale di droga, impartendo direttive durante i colloqui in carcere e utilizzando telefoni introdotti di nascosto all'interno dell’istituto penitenziario.
I carabinieri del Ros, con il supporto dei militari di Torino, Ancona, Cagliari, Nuoro, Savona e Ragusa, hanno arrestato 9 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e per plurimi episodi di produzione, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti, con l’aggravante della transnazionalità.
L'operazione ruota attorno alla figura di Giuseppe Junior Nerbo, che si era rifugiato in Spagna dopo essersi sottratto all'arresto, nel novembre del 2016, per l’omicidio di Patrizio Piatti, avvenuto a Monteu Roero, in provincia di Cuneo, il 9 giugno 2015.
Il latitante era stato arrestato, in quanto mandante dell'omicidio, il 7 giugno 2017 vicino a Barcellona, da dove dirigeva un gruppo criminale dedito al traffico internazionale di cocaina, hashish e marijuana attivo tra la Spagna e l’Italia. L'uomo era stato estradato in Italia e recluso prima ad Aosta e poi a Biella, dove sta scontando una pena di 18 anni.
Ad Aosta, sfruttando i colloqui in carcere e utilizzando i telefoni cellulari introdotti nell’istituto penitenziario, ha continuato a impartire direttive ai componenti del gruppo, tra cui la compagna e la sorella, gestendo dalla cella le attività di narcotraffico internazionale.
Il gruppo rispondeva a Nerbo utilizzando 'pizzini', arrivati in carcere insieme alla corrispondenza, fornendo costanti informazioni sugli affari e sui proventi della compravendita del narcotico, che in alcuni casi veniva recapitato da società di spedizioni ignare del contenuto dei colli all’interno dei quali erano occultati apparati gps per tracciare lo spostamento dello stupefacente.
L’attività ha consentito di sequestrare 170 kg tra cocaina, hashish e anfetamine nonché individuare diramazioni dell’organizzazione in Spagna, Piemonte, Sardegna e Sicilia. A carico del gruppo è stato eseguito un sequestro preventivo per circa 700 mila euro.