AGI - Nel 2019 esisteva una bozza di Piano pandemico “sottoposta al vaglio di rappresentati regionali ed istituzionali, nonché alle Società scientifiche di settore”. Lo scrive in una nota affidata all’AGI l’ex direttore della Prevenzione del Ministero della Salute Claudio D’Amario che ricoprì l’incarico da febbraio 2018 a maggio 2020.
D’Amario aggiunge che “tutte le altre attività in ambito pandemico elaborate dalla Direzione Generale (documenti e circolari) venivano costantemente inviate via mail, per il tramite della sua segreteria tecnica, nel pieno rispetto dei ruoli istituzionali, ricevendone costanti apprezzamenti”. ”.
In un’intervista all’AGI Sileri aveva detto che ad aprile 2010 “D’Amario viene da me e mi dice che sono state fatte riunioni, gruppi di lavoro interministeriali, esercitazioni e gli chiedo di fornirmi delle prove documentali di queste attività. D’Amario va oltre il 2009 e mi dice che il Piano è stato rinnovato al 2016 e che è pronto anche il nuovo. A maggio 2020 inoltre altre mail in cui chiedo ulteriori prove dell’aggiornamento. Nessuna risposta”.
L’ex dirigente del Ministero nega inoltre di essere responsabile della compilazione delle ‘autovalutazioni’ chieste dall’Oms all’Italia in cui il nostro Paese sosteneva di essere preparato a un’eventuale pandemia. Secondo la sua ricostruzione, non ne sarebbe l’autore. “Per quanto riguarda infine i test annuali di autovalutazione IHR (International Health Regulation), si evidenzia che gli stessi venivano compilati on-line in modo automatico dai responsabili delle Sezioni competenti e non dal Direttore Generale della Prevenzione, senza peraltro necessità di preventiva condivisione. Il nome del sottoscritto presente sul report del 4 febbraio 2020 non corrisponde ad una certificazione, né ad una paternità dell’atto, ma ad un riferimento per eventuali contatti; negli anni precedenti, peraltro, in calce al report veniva sempre individuato il Direttore dell’Ufficio competente".