AGI - A quello che si sa, in base alle evidenze scientifiche "finora le varianti del virus del Covid-19 non hanno 'bucato' la copertura assicurata dai vaccini, nessuno escluso". Lo dice all'AGI il professor Matteo Bassetti, infettivologo, prendendo spunto dall'allarme che in più parti del mondo, anche in Europa e ai confini con la stessa Italia, si sta innescando a causa della variante indiana, variante capace di far impennare sensibilmente il numero di contagi nel Paese asiatico. Bassetti cita anche un lavoro scientifico recentissimo, secondo cui ad esempio "il vaccino Pfizer copre tutte le varianti".
Le varianti ci sono e non ci devono sorprendere - spiega l'infettivologo dell'ospedale San Martino di Genova - perché esse sono il tentativo del virus di sopravvivere all'azione dei farmaci, la mutazione come risposta.
"Noi stiamo continuando a fare una sorveglianza massiccia nei pazienti positivi e non mi risulta che finora sia emersa da noi questa variante", aggiunge Bassetti. Ci deve essere "massima vigilanza di tracciamento nei laboratori", dice ancora. E mette in guardia dall'eccessivo allarmismo, ovvero insiste perché sia un approccio scientifico quello sulle varianti, perché si arrivi a 'neutralizzarle', e non invece puntare su un approccio meramente comunicativo, "evitiamo di fare terrorismo mediatico, si rischia di gridare 'al lupo al lupo' senza che la gente sia in grado di comprendere di cosa si parli".
Le varianti "ci saranno sempre finché ci saranno i virus in giro, i quali per sopravvivere sono costretti alla mutazione. Scordiamoci che con le vaccinazioni finiranno le varianti, lo vediamo con l'influenza stagionale: ogni anno c'è. Quindi studiarle e coprire con il prossimo richiamo vaccinale che andremo a fare tra 6 mesi l'eventuale potenziale variante che possa esserci".