AGI - I manifesti disseminati in diversi punti della città, dall'Appio a San Lorenzo, passando per Ostiense e Monteverde, con il grido di dolore di Oberdan Zuccaroli insieme alle sorelle, "scusa mamma se non riesco ancora a farti tumulare". La denuncia straziante del parlamentare Pd Andrea Romano, che due mesi fa ha perso il figlio Dario e ancora non riesce a farlo seppellire. "Ama non dà tempi di sepoltura degni di una città civile. Anzi, non dà alcun tempo", spiega il deputato. Che poi accusa Virginia Raggi: "La tua vergogna non sarà mai abbastanza grande".
La sindaca si è scusata: "Ciò che è accaduto alla famiglia di Andrea Romano e ad altre famiglie è ingiustificabile. Sono vicina a tutti loro". E ha reso noto di aver "convocato Ama che, mi ha assicurato di stare lavorando ad una soluzione per dare risposte ai cittadini". Nel frattempo i lavoratori della partecipata comunale sono in fermento, con i sindacati confederali che hanno posticipato lo sciopero al 28 maggio. A Roma da alcuni mesi è difficile riuscire a far cremare i propri cari nei termini standard, due settimane, in alcuni casi si può attendere anche fino a diversi mesi.
Nei giorni scorsi l'Ama - l'azienda comunale che si occupa di rifiuti e cimiteri - contava circa 850 bare in attesa. C'entra la pandemia di Covid, con oltre 5.000 persone in più decedute in città solo nel periodo tra ottobre e aprile, rispetto alla media degli scorso anni. Ma anche la laicizzazione dei costumi, visto che negli ultimi anni il numero di persone che sceglie di ricorrere alla cremazione del caro estinto è cresciuto in modo esponenziale. Se nel 2000 si contavano circa 3mila operazioni, nel 2020 Ama ne ha effettuate quasi 16mila, ovvero più della metà dei riti funebri svolti in città in un anno.
Un primo accumulo di bare si è verificato in estate, dopo la chiusura dei nuovi accessi al cimitero Laurentino. Perché la città dispone di un solo crematorio, al Flaminio, che lavora 250 pratiche al giorno e potrebbe arrivare a farne 360. Nel 2017 l'allora assessore Pinuccia Montanari aveva presentato una ipotesi di realizzare altri 4 forni per arrivare a 500 cremazioni al giorno e stare al passo con le richieste. Ma il documento non ha avuto seguito. I conti di Ama del resto sono stati oggetto di un lungo contenzioso, con la sindaca che nei mesi scorsi ha depositato diversi documenti contabili in Procura, che ha rallentato di diversi anni l'approvazione dei bilanci per gli esercizi dal 2017 al 2019.
Per realizzare i nuovi impianti servirebbe circa un anno. Nel frattempo Ama prevede di selezione 20 operatori specializzati con il nuovo piano di assunzioni. Da mesi i sindacati sono sul piede di guerra. "E' successo di nuovo. Famiglia e agenzia hanno direttamente effettuato una operazione perché i servizi cimiteriali sono ko. Il personale è allo stremo, poco e anziano, da mesi sopporta carichi di lavoro disumani", denuncia Natale di Cola, segretario della Cgil di Roma e del Lazio. "Era noto - prosegue - che stava cambiando la propensione dei cittadini alla cremazione, da anni sono pronti i progetti mai finanziati dalla giunta. Ci preoccupa che la disattenzione e la mancanza di progettualità della politica sia sempre pagata da cittadini e lavoratori".
Domani la conferenza dei capigruppo calendarizzerà una Assemblea Capitolina straordinaria con all'ordine del giorno la gestione dei cimiteri cittadini e delle cremazioni. Nelle scorse settimane gli operatori del settore hanno protestato in centro con un simbolico rito funebre, non è escluso che la manifestazione possa ripetersi.