AGI - Il Governo si assume un po' di rischi annunciando le riaperture dal 26 aprile, ma "è, un rischio ragionato e per questo chiedo una mano". Il ministro della Salute Roberto Speranza, ospide di Lucia Annunziata a Mezz'ora in più su Rai3, spiega la decisione di allentare le misure dalla prossima settimana. "Siamo in una situazione diversa, possiamo permetterci alcune aperture - spiega il ministro - abbiamo puntato agli spazi all'aperto nel mese di maggio. Abbiamo scelto la scuola che credo sia l'architrave della nostra società da cui ripartire anche per dare un segnale di fiducia ai nostri ragazzi fino adesso in dad. Mancano poche settimane alla fine dell'anno scolastico, vogliamo che tornino in presenza i ragazzi", aggiunge.
Per quanto riguarda il parametro Rt del contagio, dice ancora Speranza, "dipende dai nostri comportamenti e, a costo di risultare noioso, penso che quando dal 26 aprile si aprirà una nuova fase, avremo bisogno di ancora più attenzione. Abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti". Il ministro comunque si dice ottimista: "Penso che nel giro di qualche mese avremo numeri di vaccinazione più alti che ci consentiranno di andare verso la normalità" per questo motivo, aggiunge, "in questa fase e nelle prossime settimane, devono guidarci fiducia e prudenza".
Il motivo della scelta di riaprire, ribadisce poi, è legato al fatto che "siamo in una fase che inizia a diventare diversa e il primo motivo è la campagna di vaccinazione che va avanti. Abbiamo superato 15 milioni di somministrazioni, negli ultimi tre giorni abbiamo fatto un milione di somministrazioni. C'è una accelerazione e abbiamo adottato misure molto dure nelle ultime settimane". Secondo Speranza, "gli elementi vaccinazione e le misure adottate, ci mettono nelle condizioni di costruire una road map che deve farci guardare con un po' di fiducia al futuro, alle prossime settimane, ma serve appunto, ancora tanta prudenza. Quindi - conclude - ora dobbiamo guardare avanti ma con i piedi ben piantanti per terra e fare un passo alla volta altrimenti si rischia di tornare indietro".
Speranza: indagine su report Oms proverà nostra trasparenza
Roberto Speranza e Mezz'ora in più su Rai3 parla poi delle indagini sul report Oms: "Emergerà la trasparenza delle istituzioni e del governo italiano", dice il ministro ricordando che "le scelte sono dell'Oms che decide cosa pubblicare e non noi" e di essere stato il ministro che "ha aggiornato il piano pandemico che era del 2006".
"Non buttiamo questa materia dentro la conflittualità politica e non usiamola come una clava", ha aggiunto Speranza. "Non lo meritiamo". Il ministro ribadisce di avere "massima fiducia nella magistratura. Ma sulla pandemia il paese deve essere unito". Speranza ricorda poi che all'epoca dei fatti, "con assoluta onestà eravamo di fronte a una situazione incredibile, non avevamo gli strumenti adatti e sicuramente le scelte prese nei comuni come quelli lombardi o veneti sono state dure. Eravamo di fronte a una novità e non c'era il manuale delle istruzioni".
"Ho provato a dire in piu' occasioni, quel rapporto è rispettabilissimo, è una fotografia del contagio. Riconosce alcuni meriti al nostro paese ma è un documento dove non c'è nulla di particolarmente rilevante per noi che in quelle ore eravamo occupati con gli ospedali pieni". dice ancora il ministro della Salute. "E' stato l'Oms a decidere di ritirarlo. Le istituzioni italiane - aggiunge - hanno preso atto di quel documento ma noi non abbiamo funzioni in questa partita. Sono dinamiche interne a Oms. Attenzione a non dare una lettura distorta di una cosa che è molto più lineare di quanto sembra. Penso che questa materia vada tolta dall'agone politico". Speranza sottolinea che "nei primi giorni di marzo abbiamo fatto scelte radicali ma giuste e tanti paesi ci hanno imitato. Sono disponibile a chiarire ma dico no al conflitto politico".