AGI - Manufatti, dispositivi di protezione individuale (tute, mascherine, guanti), foto di ambulanze, di laboratori, di strutture temporanee, di file davanti al pronto soccorso, di reparti Covid, di medici e infermieri intorno al letto di malati in terapia intensiva.
È la drammatica realtà in cui siamo piombati da più di un anno, ma in un futuro (si spera prossimo) saranno pagine di storia. Per questo, come già sta avvenendo in varie parti del mondo, sarà attivo tra pochi giorni a Sassari un Museo virtuale della Quarantena, nato da un'idea concepita la primavera scorsa nel Centro per gli Studi Antropologici, Storici e paleopatologici del Dipartimento di Scienze Biomediche dell'Università di Sassari.
Il Museo, spiega la professoressa Eugenia Tognotti, Ordinario di Storia della Medicina e Scienze Umane, ha raccolto immagini e foto di vari reparti ospedalieri (ma non solo) che danno conto della guerra al coronavirus tra ospedali e residenze per anziani.
Tra quelle acquisite che faranno parte del Museo, attivo tra pochi giorni al link www.museodellaquarantenaasassari.it, i preti in chiese deserte, senza fedeli; le messe celebrate sul tetto di una chiesa; i rappresentanti del Gremio dei viandanti che portano la statua della vergine del Buon Cammino nei reparti Covid dell'Ospedale; l'arcivescovo con walkie talkie a colloquio con i malati al di là del vetro, un gruppo di cinghiali, di notte, nel salotto buono della città, Piazza d'Italia.
E, ancora, i primi titoli dei giornali che l'8 gennaio 2020 danno notizia, per la prima volta in Italia, della preoccupazione per 'una polmonite atipica' diffusa in Cina. E, quindi, i titoli dei quotidiani che annunciano il lockdown, come avremmo presto imparato a chiamare le misure di confinamento.
"Il Museo virtuale, che potrà arricchirsi di nuove immagini - sottolinea Tognotti - costituirà un prezioso patrimonio di conoscenza della storia sanitaria e sociale dell'emergenza pandemica a Sassari e servirà a ricordarci, quando il tuono informativo di questi mesi sarà alle nostre spalle, quanto la scienza deve fare, quanto il mondo deve fare, perché non si ripeta una tragedia epocale come quella che abbiamo vissuto, che ha cambiato la direzione del nostro futuro".