AGI - Quindici avvisi di garanzia sono stati notificati dalla procura di Oristano a medici e infermieri impegnati nelle vaccinazioni contro il coronavirus per conto dell'azienda sanitaria locale. Abuso d'ufficio e peculato sono i reati contestati a coloro che hanno somministrato dosi del siero Pfizer a parenti e conoscenti, non inclusi nelle categorie indicate come 'prioritarie' nel piano di vaccinazione.
È quanto emerso dagli accertamenti dei carabinieri del Nas di Cagliari, l'ultimo dei quali lo scorso 8 aprile, quando era stato consegnato un dettagliato rapporto in procura, la quale aveva aperto un fascicolo.
Nel rapporto figurano anche le testimonianze dei sanitari. Giustificando il loro operato, medici e infermieri ora sotto indagine hanno fatto riferimento alle difficoltà di somministrazione dei vaccini: in alcune circostanze, le dosi sarebbero rimaste inutilizzate per l'assenza dei convocati.
Da qui il ricorso a persone conosciute, che hanno potuto raggiungere velocemente il poliambulatorio e ottenere la somministrazione del vaccino anti-Covid. Ciò per evitare la perdita delle fiale - si sono giustificati gli indagati coi carabinieri - come espressamente richiesto dal ministero della Salute.
Queste argomentazioni, evidentemente, non vengono giudicate plausibili dalla Procura della repubblica di Oristano, decisa ad andare avanti con l'inchiesta. Giovedì 15 aprile il procuratore capo di Oristano, Ezio Domenico Basso, sarà a Cagliari, per una conferenza stampa sui dettagli dell'operazione convocata nella caserma del comando Legione carabinieri Sardegna. Sinora l'Assl di Oristano non ha commentato ufficialmente la vicenda.
Stamane le procedure di vaccinazione sono proseguite nell'hub provinciale inaugurato martedì 14 aprile al nuovo palasport di Sa Rodia, dove nella prima giornata di attività sono state vaccinate 726 persone.