AGI - Walter Biot, l'ufficiale di Marina coinvolto in un presunto caso di spionaggio militare, "era titolare di un incarico che lo autorizzava a prendere visione anche di documenti classificati”.
Tuttavia le sue mansioni, “che non prevedevano attivià' di comando o di direzione, lo portavano ad avere accesso a documenti di valutazione e policy e non alla gestione delle operazioni o al dettaglio delle capacità nazionali e dell'Alleanza".
Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, parla per la prima volta in una sede ufficiale – le commissioni riunite Difesa di Camera e Senato – della cessione di documenti militari riservati che ha rischiato di innescare una crisi diplomatica tra Italia e Russia.
Sulla vicenda, ricorda il ministro, "c'è ancora il segreto istruttorio e finchè la procura non ci consentirà di accedere agli atti non potremo prendere visione dei documenti oggetto dello scambio e valutare compiutamente la portata delle informazioni contenute nella chiavetta”.
“Vedremo lo sviluppo delle indagini nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, quando sarà possibile – continua Guerini - Mi sembrava pero' giusto circoscrivere l'attività dell'ufficiale rispetto all'ufficio di cui deteneva la responsabiltà. Vorrei ancora una volta stigmatizzare in maniera decisa quanto avvenuto, non sta a me anticipare valutazioni di altre istituzioni di comportamenti di cui l'accusato risponderà di fronte alla legge".
Ma una cosa è certa sin da subito: "I valori e l'esperienza delle nostre forze armate sono altro rispetto a quanto si è evidenziato in questa bruttissima vicenda".
Rispondendo alle domande dei componenti delle due commissioni, il ministro della Difesa affronta molti altri temi, a partire naturalmente dall’emergenza pandemia: "la Difesa – assicura - nella lotta al virus, ha fatto e continuerà certamente a fare la sua parte, per salvaguardare le vite e la sicurezza dei nostri concittadini. La situazione di emergenza ha evidenziato, con chiarezza, il valore aggiunto che il comparto è in grado di esprimere in piena sinergia con le altre istituzioni, ben al di là della semplice dimensione militare”.
Spazio anche al capitolo investimenti: “la Difesa persegue un processo di graduale ma costante crescita del proprio rapporto budget/pil verso la media Nato europea in modo da poter assolvere alle fisiologiche esigenze di rinnovamento, ammodernamento e sostegno”. E al capitolo alleanze: “"Un'Europa più forte significa una Nato più forte ed è questa la posizione che sosteniamo in tutti i consessi di confronto con gli alleati".
L’ultimo riferimento internazionale è per l’Africa: il ministro ribadisce “la necessità di rafforzare le missioni Ue” nel continente, “non solo nella dimensione militare ma anche nel campo dello sviluppo delle istituzioni e dell'economia, al fine di contribuire allo sviluppo di capacità autonome da parte dei nostri partner nella regione e supportare una stabilizzazione duratura di quest'area, che risponde ad un preciso interesse nazionale".