AGI - Il ministero della Salute raccomanda l'uso preferenziale del vaccino AstraZeneca "nelle persone di età superiore ai 60 anni". La circolare, da quanto risulta all'Agi, è stata firmata nella notte dal direttore generale Gianni Rezza, e diramata a tutti gli organi competenti.
L'attesa disposizione ministeriale fa sua la linea del Cts e del Consiglio superiore di Sanità. Pur ribadendo che il vaccino è approvato per tutte le persone con più di 18 anni di età, se ne raccomanda un suo uso "preferenziale nelle persone di età superiore ai 60 anni", tenuto conto del "basso rischio di reazioni avverse di tipo tromboembolico a fronte della elevata mortalità da Covid-19".
Secondo la circolare del ministero, chi ha già ricevuto una prima dose del vaccino Vaxzevria, nuovo nome del siero AstraZeneca, può completare il ciclo assumendo la seconda.
Il presidente dell'Aifa rassicura sulla seconda dose
“L’Ema ha chiamato l’Agenzia del farmaco ed AstraZeneca. E’ stata fatta una review dei 79 casi di trombosi e nessuno si è verificato nella seconda vaccinazione. Ricordo che circa 20 milioni di inglesi sono stati vaccinati con AstraZeneca. Per la seconda dose non c’è al momento alcuna controindicazione”, ha spiegato Giorgio Palù, presidente dell'Aifa (Agenzia italiana del farmaco), dopo la raccomandazione del ministero della Salute sull'uso del vaccino AstraZeneca agli over 60. "Si è tenuta in considerazione la fiducia degli italiani - ha aggiunto Palù - è stata una decisione dibattuta, sofferta, ma unanime da parte di tutti i consiglieri scientifici che il ministro Speranza aveva raccolto attorno a sè".
Per l'Agenzia non ci sono specifici fattori di rischio
“Alla luce dei dati attualmente disponibili non è possibile esprimere raccomandazioni circa l’individuazione di specifici fattori di rischio, e nel contempo non sono identificabili trattamenti preventivi” degli episodi trombotici. E’ quanto si legge nel parere della Commissione tecnico scientifica dell’Aifa allegato alla circolare del ministero della Salute sul vaccino AstraZeneca.
Dopo l’ulteriore valutazione di ieri dell’Ema, è stata predisposta una Nota Informativa Importante con aggiornamenti sul rischio di trombosi associate a trombocitopenia. La Cts ricorda che “è stata riscontrata un’associazione tra il vaccino Vaxzevria e casi molto rari di tromboembolismi anche gravi, in sedi inusuali (fra i quali casi rari di trombosi venosa dei seni cerebrali, trombosi splancniche e arteriose) associati a trombocitopenia”: a oggi, “la maggior parte dei casi è stata segnalata in soggetti di età inferiore ai 60 anni e prevalentemente nelle donne. Tali eventi sono stati osservati per lo più entro 14 giorni dalla somministrazione della prima dose di vaccino. Al momento non esistono dati sul rischio correlato alla seconda dose in quanto al momento essa è stata somministrata solo ad un numero limitato di soggetti”.
L’associazione con gli eventi trombotici “non è stata riscontrata nei soggetti di età superiore a 60 anni, nei quali l’incidenza dei casi a seguito della vaccinazione risulta addirittura inferiore rispetto a quella attesa”. L’Aifa, in collaborazione con l’Ema, “continuerà l’attenta valutazione di qualsiasi segnale di sicurezza anche al fine di formulare eventuali ulteriori raccomandazioni”.
Nessun segnale di rischio per Pfizer e Moderna
“Al momento non sono stati identificati analoghi segnali di rischio per i vaccini a mRNA (attualmente Pfizer e Moderna, ndr). Non è invece ancora possibile esprimere un giudizio in merito ad altri vaccini che utilizzano piattaforme vaccinali virali”, sottolinea la Commissione tecnico scientifica dell’Aifa nel parere allegato alla circolare.
“Sulla base delle attuali stime di incidenza che indicano l’estrema rarità” degli eventi trombotici, scrive la Cts, “il bilancio beneficio/rischio del vaccino Vaxzevria si conferma complessivamente positivo, in quanto il vaccino è sicuramente efficace nel ridurre il rischio di malattia grave, ospedalizzazione e morte connesso al Covid-19. Attualmente tale bilancio appare progressivamente più favorevole al crescere dell’età, sia in considerazione dei maggiori rischi di sviluppare Covid-19 grave, sia per il mancato riscontro di un aumentato rischio degli eventi trombotici sopra descritti nei soggetti vaccinati di età superiore ai 60 anni”.
Articolo aggiornato alle ore 9,45