AGI - Resta in carcere a Regina Coeli di Roma Walter Biot, l'ufficiale della Marina militare italiana arrestato per spionaggio dai carabinieri del Ros, coordinati dalla procura di Roma. Il gip di Roma ha convalidato l'arresto ed emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per il capitano di fregata accusato di procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, spionaggio politico-militare, spionaggio di notizie di cui è stata vietata la divulgazione. Respinta la richiesta degli arresti domiciliari per il proprio assistito del legale del militare, mentre il pm di Roma, Gianfederica Dito, aveva invece sollecitato la conferma della detenzione in carcere.
Walter Biot davanti al gip di Roma si è avvalso della facoltà di non rispondere spiegando: "Sono frastornato e disorientato ma pronto a chiarire la mia posizione". Il militare, difeso dall’avvocato Roberto De Vita, ha contestato la ricostruzione della vicenda ma "ha chiesto tempo per raccogliere le idee" e quindi poter affrontare l’interrogatorio con gli inquirenti che lo accusano di procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, spionaggio politico-militare, spionaggio di notizie di cui è stata vietata la divulgazione.
Intanto dall'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Roma, Antonella Minunni, emerge che Walter Biot gestiva documenti coperti da segreto preordinati alla sicurezza della Stato. Biot si occupava della proiezione degli assetti italiani della Difesa in teatri operativi esteri e anche di operazioni Nato, Ue e Onu. Sono al momento 181 le foto di documenti cartacei "classificati" trovati nella scheda di memoria sequestrata ieri all'ufficiale della Marina Militare L’analisi della memoria ha evidenziato la presenza anche di 9 documenti classificati come "riservatissimi" e 47 di tipo "Nato Secret".
Secondo l'ordinanza del gip Antonella Minunni quella di Walter Biot non è stata una "attività isolata e sporadica". "Le modalità esecutive e la natura della vicenda mostrano l’estrema pericolosità del soggetto stante la professionalità dimostrata nel compimento delle azioni desumibile dai numerosi apparecchi utilizzati (4 smartphone, ndr), dalle tempistiche e dagli accorgimenti adottati - scrive il gip di Roma - tali accurate modalità nell’agire, quali ad esempio l’inserimento della scheda sd all’interno del bugiardino dei medicinali così come il fatto che dai telefoni in suo possesso non emergono appuntamenti o contatti con l’agente russo sono sintomatici dello spessore criminale dell’indagato - afferma il gip - che non si è posto alcuno scrupolo nel tradire la fiducia dell’istituzione di appartenenza al solo fine di conseguire profitti di natura economica".