AGI - Diversi sindaci della provincia di Milano stanno ricevendo in queste ore lamentele dei concittadini per avere ricevuto ieri sera il messaggio di convocazione per il vaccino nella seconda settimana di aprile in località lontane dal luogo di residenza, molti alla ‘Fabbrica del Vapore’ nel capoluogo, pur avendo centri vaccinali ‘sotto casa’.
"Hub nel Comune, ma non abbiamo vaccini"
“Mi hanno chiamato a decine delusi e contrariati chiedendomi perché devono andare a Milano” spiega all’AGI Alberto Rossi, il sindaco di Seregno, provincia di Monza e Brianza, che sottolinea il paradosso dell’hub di Verano Brianza, a 6 km da Seregno, “chiuso nonostante abbia dosi di vaccino in frigorifero perché non sono arrivate dalla Regione le liste coi nomi delle persone da vaccinare”.
“Invece nella mia cittadina - osserva - non abbiamo dosi di vaccini pur avendo individuato nel giro di pochi giorni, dopo il via libera della delibera regionale del 17 marzo scorso, un punto dove somministrare il siero a 3400 over 80. Abbiamo messo insieme, attraverso le varie associazioni, 160 volontari, eravamo pronti a garantire questo servizio di prossimità indispensabile soprattutto per quelle categorie di persone che hanno più difficoltà a muoversi. Invece niente: prontissimi a partire ma non ci sono le dosi. Così questi anziani si devono spostare altrove, anche nelle province di Como e Lecco”.
"Convocata dalla sera alla mattina a 50 km di distanza, non ce l'ho fatta"
C’è chi non ce la fa a spostarsi, come la signora Maria Luisa, 82enne di Verano Brianza: “Sono stata convocata dalla sera alle 21 alla mattina a Pieve Emanuele (quasi 50 km di distanza, ndr) e non ho trovato nessuno che potesse accompagnarmi”.
Anche sui social bolle la protesta: “Mio padre ha 85 anni e l’ossigeno, mia madre la stessa età con problemi di deambulazione - scrive la signora Franca di Meda, provincia di Monza e Brianza - e devono andare a Milano. Ma chi prende questi appuntamenti si rende conto che per loro e chi li deve accompagnare è un problema?”. A Meda c’è un hub vaccinale, così come in altre cittadine della provincia i cui residenti dovranno spostarsi per l’iniezione del siero.
Il caso più triste quello del signor Giorgio Bartalucci che racconta di avere ricevuto una telefonata dall’ospedale Niguarda di Milano per il vaccino della moglie “che è deceduta il 31 agosto 2019. La signora che mi ha chiamato è rimasta senza parole, si è scusata e mi ha fatto le condoglianze”.