AGI - È crollato, questa notte a Roma, il monumento che ricorda Walter Rossi, lo studente di Lotta Continua ucciso dai militanti di destra a colpi di pistola il 30 settembre del 1977 in viale delle Medaglie d'Oro, quartiere Balduina mentre partecipava a un volantinaggio in memoria di Elena Pacinelli, ragazza di 19 anni uccisa il giorno prima.
La zona è stata transennata dagli agenti di Roma Capitale del quartiere Prati. L'opera, dello scultore e giornalista Giuseppe Rogolino, è stata realizzata l'anno dopo la morte dello studente e collocata dal Comune di Roma in quella che prima era chiamata piazza Igea, poi diventata piazza Walter Rossi.
E la targa in memoria del ragazzo è stata aggiunta il 30 settembre 2007, nel giorno del 30esimo anniversario della sua morte. Il monumento rappresenta un grande meteorite dal quale escono numerose mani, simbolo delle energie giovanili che sopravvivono alla forza del meteorite.
Gli agenti della polizia locale hanno ritrovato la statua divelta e hanno recuperato una parte che si trova in questo momento presso gli uffici di via del Falco.
Sono in corso accertamenti per ricostruire quanto accaduto, la distanza dal corpo centrale fa ipotizzare un danneggiamento volontario. Sono state avvisate per quanto di competenza la Questura di Roma e la Sovrintendenza Capitolina
"Temo conseguenze restauro del 2007" dice l'autore
"Nessuno mi ha avvertito del crollo del monumento. Voglio andare a vedere di persona per capire che cosa possa essere successo. Non penso tanto a un gesto vandalico, piuttosto temo che il restauro del 2007 non sia stato fatto a regola d'arte e che le infiltrazioni d'acqua e il trascorrere del tempo abbiano provocato un rigonfiamento del ferro e provocato il cedimento dell'opera". Giuseppe Rogolino è l'autore del meteorite, staccatosi questa notte alla Camilluccia dal suo basamento, dedicato nel 1979 allo studente Walter Rossi, ucciso da militanti di destra due anni prima in viale delle Medaglie d'Oro.
Scultore, pittore, videodesigner, giornalista e direttore artistico della Rai, Rogolino, avellinese di 67 anni, spiega all'AGI come sia nata l'idea di fare questo monumento. "Il titolo ufficiale dell'opera e' 'Contro ogni violenza'.
La feci, dedicandola a Rossi, perché un ragazzo del gruppo di sinistra di Balduina, mio allievo al liceo artistico dove insegnavo, mi chiese se potevo fare un'opera in memoria di Walter. All'epoca (eravamo nel 1977) avevo appena vinto un concorso e stavo lavorando al progetto di un monumento alto ben 30 metri per "Ciro il Grande" da porre nell'omonima piazza dell'Eur, ma la cosa sfumo' perché in Iran ci fu la contestazione contro lo Scià seguita poi dal colpo di Stato.
Per Walter Rossi mi prestai a lavorare gratis purché fossero raccolti dai ragazzi i fondi per acquistare il marmo peperino proveniente da una cava ai Castelli romani, presso il comune di Marino.
"Un giorno, mentre lavoravo lì mi affianco' un'auto bianca dalla quale qualcuno fece partire diversi colpi di pistola. Fu ferito il cane che era di guardia, io me la cavai. Fu l'unico episodio di violenza ricollegata a quella scultura che devo dire, nel corso degli anni, non e' mai stata oggetto di danneggiamenti di matrice politica".
"Per questo mi sembra strano che questa notte l'opera sia stata oggetto di un atto di vandalismo. Solo negli anni sono state asportate le mani, ma credo che siano stati i rumeni perche' il bronzo ha un certo valore".
Il monumento in pietra e bronzo in memoria di Walter Rossi fu posto il 30 settembre del 1979 in quella che si chiamava ancora piazza Igea. Nell'estate del 2007, in seguito al furto di alcune parti bronzee, l'opera fu sottoposta a restauro per conto del Ministero dei Beni Culturali su finanziamento del Comune di Roma.
Tra i tanti mestieri svolti nella sua vita da Rogolino c'è stato anche quello di agente di polizia: "Entrai in polizia perche' volevo scoprire gli autori dell'agguato costato la vita nel 1978 al magistrato Girolamo Tartaglione (direttore generale degli Affari penali al ministero della Giustizia, dopo aver guidato un ufficio della direzione degli istituti penitenziari, ndr). Tartaglione era mio zio. Quelli sì che erano davvero anni pesanti".