AGI - Le farmacie italiane sono chiamate a diventare centri di somministrazione dei vaccini anti-Covid secondo quanto stabilito dal Dl Sostegni approvato il 19 marzo. Sono oltre 19.000 quelle, pubbliche e private, nella Penisola con circa 70 mila operatori pronti a dare il loro contributo dopo aver frequentato un corso di formazione realizzato dall’Istituto superiore di sanità. In attesa della firma del protocollo nazionale, l'AGI è andata a vedere come si preparano i farmacisti in alcune delle delle principali regioni e città italiane.
Nel Lazio si preparano 700 farmacie
Nel Lazio per la fine di aprile si potrà vaccinare in almeno 700 farmacie. La stima è del presidente regionale di Federfarma, Eugenio Leopardi. “Lunedì inizieranno i colloqui con la Regione per la firma di un’intesa che rientrerà in un protocollo generale che il ministero della Salute sta mettendo a punto per tutto il territorio nazionale. Un protocollo che, questa è la speranza, sarà più unitario possibile per tutti”. Nel frattempo è stata avviata una sorta di pre-adesione per capire quante sono le farmacie interessate a partecipare alla campagna vaccinale. I risultati li avremo il 28 marzo, ma si attende il via libera di circa il 50% delle farmacie della regione che dovrebbero essere operative alla fine di aprile.
In Lombardia c'è l'accordo con la Regione
I farmacisti di Milano e Lombardia hanno già un accordo con la Regione per la somministrazione, ma per l'effettiva operatività mancano ancora alcuni dettagli e soprattutto il sospirato arrivo delle dosi da parte dei vari produttori. La potenzialità di inoculazione di vaccini arriverebbe poi fino a 90mila dosi al giorno, secondo le previsioni di Annarosa Racca, presidente di Federfarma. "Siamo più avanti rispetto alle altre regioni - ricorda - insieme al Piemonte siamo gli unici ad aver chiuso un accordo, anche se forse ora si aspetteranno le direttive nazionali. È già stata definita la parte economica (ai farmacisti andranno 6 euro per dose ndr), molti dei nostri iscritti hanno fatto i corsi Utifar per farmacisti vaccinatori, dovremo vedere se basta questo o se sarà necessario integrarlo con quelli del'Istituto superiore di sanità". ù
A Torino 430 farmacisti hanno fatto il corso
Le farmacie torinesi sono pronte a rendersi disponibili per le vaccinazioni anti-Covid. "Stiamo aspettando il protocollo nazionale - spiega Federfarma Torino - per capire quali saranno i parametri, e di conseguenza quante e quali farmacie potranno aderire". Intanto viene ribadita la massima disponibilità per la campagna anti-Covid. Sono già 430 i farmacisti che hanno ultimato il corso di formazione per la somministrazione delle dosi, mentre altrettanti sono alla fase conclusiva del corso. Inoltre, spiega Federfarma, le farmacie torinesi sono già pronte per la distribuzione dei vaccini anti-Covid ai medici di famiglia che si occuperanno della somministrazione, con la stessa metodologia utilizzata per la distribuzione dei vaccini antinfluenzali
La Liguria parte per prima
La Liguria è stata la prima ad annunciare l'avvio della campagna vaccinale nelle farmacia della regione. Non più il 29 marzo, per non accavallarsi con l'apertura del maxi hub alla Fiera di Genova, ma il giorno successivo. È il d-day scelto per la partenza. "Abbiamo risposto all'appello di Regione Liguria - hanno spiegato i rappresentanti di Federfarma Genova e Unione ligure delle associazioni di titolari di farmacie - che era alla ricerca di punti vaccinali territoriali: è stata una sfida organizzativa, certo, ma anche giuridica perché implica mettere a punto norme e regole per la sicurezza e la protezione di tutti i farmacisti e dei cittadini". In questa prima fase è prevista la somministrazione di almeno 2.500 dosi settimanali nelle prime 50 farmacie che hanno aderito al progetto. Nel giro di tre settimane, però, il totale delle strutture aderenti dovrebbe aumentare fino a quota 120-150, per arrivare ad un supporto alla campagna di vaccinazione regionale di 7 mila dosi settimanali.
A Bologna Federfarma al servizio della Regione
A Bologna Federfarma si mette al servizio della Regione. Il presidente Massimiliano Fracassi sottolinea che in città sono vi sono 125 le farmacie, 300 compresa la provincia. Duecento i farmacisti bolognesi che hanno già partecipato nel 2020 a un corso di formazione come farmacista vaccinatore promosso dall'Utifar , l'organismo scientifico della Fofi, Federazione ordine farmacisti italiani: una formazione che ha riguardato circa il 50% del totale delle strutture. Oltre alla formazione, vi sono anche punti da chiarire sui locali. Fracassi spiega che soltanto poche farmacie che hanno la fortuna di avere locali molto grandi - la media è di 100 metri quadrati - con già delle predisposizioni a degli spazi di servizio idonei "Norme troppo restrittive - avverte - andrebbero in qualche modo a far perdere quella che è la nostra capillarità sul territorio".
Federfarma Toscana "Pronti, ma ci sono ancora nodi da sciogliere"
Il presidente di Federfarma Toscana, Sergio Bottari, ricorda che la farmacia si è affermata come avamposto in grado di dare un contributo importante nella lotta al Covid come con i tamponi. Ma la partenza della somministrazione dei vaccini non è dietro all’angolo, ci sono ancora molti nodi da scegliere. “È prematuro parlare di data di partenza al momento – chiarisce Bottari - devono ancora essere stabiliti i protocolli e bisogna frequentare un corso dell’Iss che dovrebbe accreditarci ad eseguire i vaccini. E rimangono da definire le modalità, che categorie di persone saranno destinatarie, i luoghi, le tempistiche. Ma faremo di tutto per essere pronti il prima possibile”. In Toscana ci sono 1.300 farmacie pubbliche e private distribuite sul territorio regionale, di cui oltre un centinaio nel capoluogo . Il problema principale da risolvere – secondo spiega Andrea Carmagnini, presidente della Federazione ordine farmacisti italiani (Fofi) della provincia di Firenze - sono gli spazi vista la presenza di molte farmacie storiche.
In Campania al lavoro per definire protocollo operativo
I farmacisti napoletani si dicono pronti ad aderire alla campagna vaccinale. L'attesa, dopo il decreto, è per il necessario accordo di Federfarma territoriale con Regione, e poi, come è successo per i tamponi, anche in Campania sarà possibile l'inoculazione nelle farmacie. "Siamo pronti a collaborare, così come già stiamo facendo con i test antigenici rapidi - conferma Riccardo Maria Iorio, presidente di Federfarma Napoli - ovviamente restano da definire modalità e procedure, ma su questo fronte Dario Pandolfi, presidente di Federfarma Campania, è già al lavoro con la struttura regionale per definire un protocollo operativo. Intanto, in collaborazione con l’Ordine dei farmacisti, stiamo già avviando le procedure per la necessaria formazione per inoculare il vaccino; restano poi da definire i tempi e i modi con la Regione Campania, come, ad esempio, su chi vaccinare, come ricevere e inserire i dati in piattaforma. Ma anche indicazioni logistiche sul rispetto degli spazi anche a tutela della privacy dei cittadini. L’obiettivo è il coinvolgimento del maggior numero di farmacie. Ma anche se aderissero solo le circa 200 farmacie che attualmente stanno effettuando i test, potremmo vaccinare almeno 4000 persone ogni giorno tra Napoli e provincia”.
A Palermo almeno 200 farmacie disponibili
Anche in Sicilia il governo schiera le farmacie nella lotta al Covid: affiancheranno gli hub per recuperare terreno nella campagna di vaccinazione. Ma non in tempi strettissimi: servirà almeno un mese, 4-5 settimane, prima dell'effettivo avvio, in attesa del protocollo operativo nazionale e poi i farmacisti dovranno seguire un corso che verrà predisposto dall'Istituto superiore di sanità. L'adesione sarà su base volontaria e si stima che a Palermo, saranno circa duecento quelle che si renderanno disponibili. La scelta dei locali dipenderà dalla tipologia degli ambienti, ma si potrà effettuare anche all'esterno in gazebo appositamente allestiti. "A Palermo - spiega Roberto Tobia, segretario nazionale e presidente provinciale di Federfarma - ci sono 387 farmacie e noi ci aspettiamo che un 40-50 per cento su base nazionale partecipi alla campagna". Ma non c'è ancora il protocollo di attuazione, che a giorni sarà pubblicato, al quale poi le singole regioni dovranno aderire. E, soprattutto, mancano i corsi destinati al personale: "Serviranno almeno 4-5 settimane, ma come Federfarma ci siamo portati avanti", assicura Tobia.