AGI - Non si spengono in Piemonte le voci di dissenso sul provvedimento di chiusura delle scuole a partire dalla 1* elementare in diverse province della Regione, classificate come zone rosse in base all'incidenza dei casi di Covid. Così in Ossola, dove, dopo la presa di posizione ufficiale del sindaco di Domodossola, Lucio Pizzi, si muovono anche i genitori dei bambini delle Scuole Primarie di quattro comuni delle valli Formazza e Antigorio (Formazza, Premia, Baceno e Crodo).
“La nostra Valle Antigorio-Formazza- scrivono in una lettera inviata al presidente Cirio - in base ai dati forniti dal sito della Regione vede 7 casi Covid su circa 3.300 abitanti (0.0023%) e 2 comuni addirittura non presentano nessun caso”. I genitori chiedono alla Regione di rivedere il provvedimento, “che servirebbe solo a recidere con cesoie” anche realtà dove ad oggi il Covid ha una incidenza limitata.
Da Cuneo arriva invece la protesta del Forum delle Famiglie che, con Silvio Ribero, presidente dell'associazione in provincia, denuncia quella che definisce “l’incapacità della nostra classe politica a riorganizzare il funzionamento della scuola in era Covid, dai trasporti alle lezioni in presenza”.
“Mentre si fa finta di non vedere le gallerie affollate dei centri commerciali e gli assembramenti intorno ai negozi e ai locali nelle città – si legge in una nota – si continua a puntare il dito sul bersaglio sbagliato. E tutto questo accade perché la famiglia, a differenza di altre categorie sociali ed economiche, non ha gli strumenti né il peso politico per difendersi e come al solito deve fare da cuscinetto per tutta la società, senza ristori”.
“C’era tutto il tempo – dice il Forum - ma soprattutto il dovere, di organizzarsi per evitare che il problema si ripetesse. Invece non è cambiato niente, e da lunedì le famiglie dovranno ancora una volta gestire la difficile situazione senza poter contare sull'aiuto di nessuno: dai bambini lasciati soli a casa perché i genitori lavorano, ai problemi di connessioni, spazi e dispositivi che hanno le abitazioni, impossibilitate a trasformarsi in aule scolastiche. Senza dimenticare i danni psicologici che sta procurando sulle nuove generazioni il prolungato isolamento, di cui pagheremo un conto molto salato”.