AGI - Il campo sportivo di San Benedetto Val di Sambro, vicino a Bologna, nelle ultime 72 ore, ha ‘ospitato’ un serpentone di auto. Passeggeri in fila, anche per ore, in attesa di sottoporsi al tampone. Nell’Appennino bolognese c’è un intero Paese che lotta contro il virus e vuole scongiurare la ‘zona rossa’. E lo ha fatto aderendo ad uno screening di massa con lo scopo di individuare, tempestivamente e poi isolare, eventuali asintomatici al Covid.
“La nostra comunità ha completamente abbandonato il concetto dell’individualismo. È stata la più bella soddisfazione che ho avuto nei miei due mandati da amministratore”, ha detto all’AGI il sindaco Alessandro Santoni. In tre giorni sono stati fatti 2.057 tamponi, di cui mille nella ultime 24 ore.
Oltre 2000 abitanti hanno aderito alla campagna di screening
Alla campagna hanno aderito, dunque, la metà dei cittadini del comune montano che conta poco più di 4mila abitanti. È stato lo stesso sindaco ad anticipare le misure oggetto dell’ordinanza del governatore Bonaccini che ha disposto la zona ‘arancione scuro’ prima per il circondario dell’Imolese e poi anche per la Città Metropolitana di Bologna. San Benedetto Val di Sambro, infatti, è stato il primo territorio della regione a stringere i bulloni: da lunedì scorso sono chiuse le scuole e sono vietati gli spostamenti non necessari.
“Sono contento - spiega Santoni - che il nostro esempio sia stato utile anche per tutti gli altri Comuni. Le ordinanze regionali richiamano gli stessi nostri provvedimenti. Fa piacere che il lavoro di San Benedetto diventi replicabile sul territorio”. Ad inizio settimana, per il Comune dell'Appennino c'era il rischio concreto di ulteriori restrizioni. Ma in accordo con le autorità sanitarie il sindaco ha ‘chiamato’ i cittadini ad una mobilitazione collettiva contro il virus.
Non solo tamponi, anche vaccini
Tamponi a tutti e una accelerazione delle vaccinazioni per il personale della scuola e per gli anziani: queste le armi utilizzate per 'congelare' la casacca rossa. La macchina comunale si è così fermata per tre giorni per dedicarsi completamente all'attività di screening. La risposta dei residenti è stata positiva: al campo sportivo, infatti, gli ingorghi per sottoporsi ai tamponi in modalità 'drive through' non sono stati un'eccezione. Ad accogliere i cittadini, oltre al personale dell'Ausl, c'erano i volontari della pubblica assistenza Val Sambro, della protezione civile oltre alle forze dell'ordine.
“Ora attendiamo i risultati. Il primo obiettivo, ovvero, una adesione massiccia è stato raggiunto”, commenta il sindaco. “Spero che si eviti la zona rossa perché andrebbe a penalizzare attività economiche che hanno già sofferto molto”. Con il fiato sospeso, in attesa dei risultati dello screening, rimangono alcuni negozi al dettaglio (una ventina considerando le 12 frazioni di San Benedetto) e cinque aziende (con una quarantina di dipendenti) che si occupano di meccanica, serigrafia, stampaggio di materiale plastico.
“Una chiusura localizzata avrebbe fatto perdere a queste azienda le commesse”, osserva il primo cittadino. Intanto, concluso ieri lo screening di massa nel Comune dell’Appennino bolognese si partirà con la registrazione dei dati. Il virus ha scosso anche questa comunità che fino a dicembre scorso era rimasta immune al Covid. I primi casi si erano registrati, a fine anno, in due case di riposo fino al ‘picco’ degli ultimi giorni.