AGI - Si sono lasciati alle spalle le loro vite per compiere il giro del mondo. Su una barca a vela di diciotto metri hanno attraversato l’oceano Pacifico e, dopo aver toccato vari porti in Asia e Africa, sono approdati a Crotone. Da dove contano di salpare presto per terminare il periplo. Alla fine, però, ci avranno impiegato molto più di ottanta giorni. Protagonista di questa avventura un’intera famiglia messicana: papà Alejandro, 45 anni, mamma Bernardette, di 35, e i loro tre figli, Alexa di 11 anni, Diego di 9 e Vital che ne ha appena sei. Ma tutti ne avevano due di meno quando il 10 marzo 2019, lasciata la città natia di Puebla, sono salpati dal porto di Acapulco a bordo del veliero Aldivi, acronimo dei nomi dei tre bambini, per attraversare l’Oceano Pacifico con la prua puntata verso l’Asia.
Fare il giro del mondo in barca a vela era il sogno di Alejandro e Bernardette fin dai primi anni del loro fidanzamento. Finché la coppia ha rotto gli indugi. Per affrontare la loro avventura si sono disfatti di tutto ciò che possedevano: la casa, l’automobile, il negozio di oreficeria del quale erano proprietari. E hanno dovuto superare le comprensibili contrarietà dei familiari: “siete folli, volete uccidere la vostra famiglia, i vostri figli non avranno un futuro: così ci dicevano i nostri parenti quando abbiamo comunicato la decisione di prendere il largo” raccontano ora marito e moglie. I primi giorni in mare sono stati i più difficili. Non tanto per Alejandro, velista esperto che ha partecipato a diverse gare nel mondo, quanto per la donna e i bambini.
"La Terra come una calamita"
“Il corpo è come ‘agganciato’ al suolo. Ne siamo tanto schiavi da sentirci attratti alla terra quando ci vogliamo allontanare, come se avessimo una calamita” spiega Bernardette. Dopo quattro o cinque giorni, però, la calamita si allenta e la mente si distacca dalla realtà terrena: “E ti senti libero” sussurra la donna. Sono trascorsi ventuno giorni prima che i cinque navigatori scorgessero in lontananza i lineamenti di una terra, dopo aver oltrepassato la linea dell’equatore. “Credo che la sensazione più forte che io abbia vissuto è stata sentire l’odore della terra, quando eravamo ormai vicini alle Isole Marchesi, in Polinesia. Non si vedeva ancora niente, ma abbiamo sentito un profumo. L’abbiamo riconosciuto subito. Era aroma di terra bagnata, di animali, di piante. Avvicinandoci alla riva è passato accanto a noi un uomo su una barca. Un tahitiano autentico”, ricorda Alejandro.
Dopo Tahiti la famiglia ha navigato lungo il nord dell’Australia, verso l’India, poi ha attraversato il canale di Suez sbarcando nel Mediterraneo. Un anno dopo la partenza, nel marzo 2020, quando il Covid stava prendendo il sopravvento sul mondo, l’Aldivi ha gettato l’ancora davanti alle coste dell’Egitto ma ai navigatori non è stato permesso di entrare in porto per timore dei contagi e sono rimasti tre mesi in barca, senza poter scendere a terra, in attesa che il mondo riprendesse un po’ a respirare. Li ha aiutati un uomo del posto che li riforniva di generi alimentari. A giugno hanno tirato su l’ancora e ripreso la navigazione.
Alejandro e Bernardette pensavano di poter trascorrere l’inverno in Turchia ma poi, a causa dei permessi di soggiorno che scadevano dopo tre mesi appena, sono finiti in Grecia e infine in Italia. Hanno navigato dritti dalla Grecia alla Magna Grecia dove sono giunti nell’ottobre dello scorso anno. Ma quando erano ormai davanti alla costa di Crotone, Aldivi, nel pieno della notte, si è imbattuta in oltre quaranta nodi di vento di tramontana e due metri d’onda. Alejandro non riusciva a raggiungere il porto. “Non si vedeva nulla”.
A Crotone da cinque mesi
Poi, dopo aver girato per ore all’interno del golfo, è riuscito finalmente ad approdare. In quel momento è iniziato il rapporto dei navigatori messicani con la città di Crotone che dura ormai da cinque mesi. “Il primo volto che vedi in una città rappresenta la città. Siamo stati accolti da un uomo con una bottiglia di vino locale e una teglia di cornetti. Da quel momento ci siamo innamorati di Crotone. Il sud è la parte migliore dell’Italia, anzi è la vera Italia, originale, calda, accogliente” afferma un’entusiasta Bernardette.
A Crotone la famigliola ha preso in fitto una casa nei pressi del porto, così Alejandro può seguire da vicino i lavori di cui ha bisogno la barca. Bernadette sta a casa a far studiare i bambini. Intanto pianificano il viaggio di ritorno che prevede di attraversare l’oceano Atlantico nel novembre prossimo, il periodo più favorevole per i venti. L’approdo in Messico è previsto nel marzo 2022. Il viaggio di Aldivi, tuttavia, non è solo avventura. La barca porta la bandiera della pace accanto alla bandiera del Messico.
Il sogno di incontrare papa Francesco
È un simbolo che vorrebbero consegnare nel mese di aprile a Papa Francesco, dal momento che ha nominato il 2021 ‘anno della famiglia’. Alejandro e Bernardette, a dire il vero, non hanno troppa voglia di tornare a casa. Raccontano di meraviglie viste in mare, della bellezza dei luoghi che hanno visitato, del rapporto con le persone incontrate. “E’ questa la chiave del nostro viaggio: la libertà” dice Alejandro e forse non sa di aver compiuto lo stesso viaggio di Ulisse, un viaggio che parte da ciò che l’individuo ha di più fisico e materiale per arrivare a quanto ha di più elevato, la sua interiorità; un viaggio verso la consapevolezza delle possibilità profonde che albergano in ogni uomo.