AGI Un solo test e meno di sessanta minuti per 'stanare' la varianti inglese e sudafricana del Covid. L’innovativo kit, di cui apprende l’AGI, per la diagnosi delle varianti attraverso il tampone molecolare - la cosiddetta tecnologia Pcr - è stato sviluppato da “Oncology and Cytogenetic Products – OaCP”, società spin-off dell’università di Bologna. 'Menti' della scoperta ‘made in Italy’ sono, infatti, due ex studenti dell’Alma Mater, lo startupper Enrico Di Oto e il ricercatore Simone Di Giacomo. Il partner industriale è una società cinese con sede a Wuhan, la città simbolo del Covid-19 dove scoppiò il primo focolaio al mondo.
Si tratta dell’azienda 'Wuhan Healthcare Biotech' specializzata nello sviluppo di prodotti per la biologia molecolare. Infine, l’aspetto commerciale è curato da una società inglese, la Crosstrak. Una sinergia a triangolo – Italia, Cina, Uk- che potrebbe aggiungere un tassello importante alla lotta al Covid. Il virus ‘morde’, le varianti corrono e lo screening rapido diventa una delle chiavi per arginare la pandemia. Il kit è marcato CE ed è stato già registrato nel data base del ministero della Salute italiano. Il super ‘cacciatore’ di varianti è, quindi, pronto per essere immesso sul mercato.
I primi test molecolari verranno fatti in Sicilia
I primi test molecolari con la nuova tecnologia saranno fatti in Sicilia, nel Centro regionale qualità laboratori (Crq) diretto dalla professoressa Francesca Di Gaudio. E sono in corso trattative anche con altri enti, governativi e non, in Italia e all’estero. “Il kit è adatto ad ogni tipo di laboratorio, anche di piccole dimensioni, ed è compatibile con le strumentazioni più diffuse, senza richiedere investimenti aggiuntivi. Gli studi di validazione fatti su campioni con quantità di materiale virale noto, hanno mostrato una sensibilità prossima al 100 per cento”, spiega Di Oto, amministratore delegato di OaCP intervistato dall’AGI.
In estrema sintesi, l’innovazione consiste nell’aver sviluppato una miscela di reagenti che consente di identificare in meno di un’ora e in un unico test l’eventuale variante e il ‘ceppo’ comune del Covid. Attualmente i tempi per la diagnosi delle varianti sono più lunghi perché comprendono due passaggi. Come funziona il test in concreto? “Il paziente - spiega Di Oto - viene sottoposto a prelievo con tampone nasofaringeo oppure orofaringeo. Il materiale viene inviato al laboratorio che provvede ad eseguire l'estrazione del genoma virale. Il campione così processato viene unito ai reagenti contenuti nel nostro kit, una provetta per paziente, ed inserito nella macchina per la Pcr. Poi in meno di un’ora si avrà il risultato scoprendo l’eventuale presenza del Covid comune, della variante inglese o sudafricana”.
Una società specializzata in oncologia che si è riconvertita
Nata a fine giugno 2017 dopo essere stata ‘concepita’ in vari incubatori d’impresa tra l’Italia, la Silicon Valley, l’Irlanda, la società 'Oncology and Cytogenetic Products', racchiude nel nome la sua breve ma intensa storia partita, appunto, dal settore della diagnosi dei tumori. Poi arrivata la pandemia “con il rallentamento della diagnostica in oncologia, che era il nostro primo business, abbiamo cambiato il nostro target”. E l'anno scorso, grazie alla sinergia con Crosstrak società che si occupa di distribuire, a governi e privati, prodotti per la lotta al Covid “siamo entrati nel bando di Invitalia- ha spiegato il manager - e abbiamo fornito la regione Sicilia di kit per i tamponi molecolari”. Infine, le varianti del Covid sono state l’ultimo approdo della società.
“Fondamentale per la nascita del nuovo kit – conclude il manager – è stata la collaborazione con ‘Wuhan Healthcare Biotech’ nata grazie alla partecipazione, nel 2019, al Global Start-Up program, finanziato dal ministero dello Sviluppo economico con il supporto di Ice”. Intanto, lo sguardo dello startupper va oltre al singolo prodotto. “Grazie a questo kit – ha concluso Di Oto - abbiamo una piattaforma che consentirà un rapido sviluppo di soluzioni per la diagnosi anche di altre nuove varianti del Covid che, purtroppo, potrebbero comparire”.