AGI - L’Alto Adige a un anno esatto dal primo caso di coronavirus accertato – l’annuncio era stato dato la sera del 24 febbraio 2020 – proseguirà in lockdown duro fino al 14 marzo. Dopo il blocco a livello nazionale nella primavera del 2020 e nel successivo mese di novembre, da lunedì 8 febbraio nella provincia più settentrionale d’Italia è in vigore un nuovo lockdown, il terzo dallo scoppio della pandemia.
Il nuovo provvedimento è stato reso necessario causa gli elevati casi giornalieri di Covid-19 e il persistere della forte pressione sugli ospedali. In particolare, nella seconda ondata, il coronavirus si è diffuso soprattutto nelle località di periferia, dalla Bassa Atesina alle vallate dolomitiche che quest’inverno sono rimaste orfane del brulicare di migliaia di turisti che sostenevano l’economia dei singoli imprenditori ma anche dell’interno territorio altoatesino.
Nelle ultime settimane in provincia di Bolzano si sono verificati anche casi della variante inglese e sudafricana costringendo alla chiusura – divieto di uscita ed entrata se non per motivi urgenti, di lavoro, sanitari o con un tampone molecolare o rapido non antecedente alle 72 ore – di ben 9 Comuni, tra essi anche quello della città di Merano.Il 7 gennaio in Alto Adige tra la grande fiducia dei cittadini era stato dato il là ad una via autonoma nonostante il Governo italiano avesse classificato il territorio ‘zona rossa’.
La via autonoma non ha, però, portato gli effetti sperati anche perché nel frattempo l’Unione Europa aveva classificato l’Alto Adige/Sudtirol ‘zona rosso scuro’ costringendo la giunta provinciale a fare marcia indietro.
Oggi il governatore Arno Kompatscher, nell’annunciare altre due settimane di lockdown a partire dal 28 febbraio, ha detto, “vista la situazione che resta critica, c’è bisogno della massima cautela per quanto riguarda le riaperture e di continuare ad attenersi alle regole soprattutto per la presenza delle nuove varianti”.
La nuova ordinanza confermerà la possibilità di uscire dalla propria abitazione solo per lavoro, studio, motivi di salute o altre urgenze non rinviabili, le passeggiate, nonché la pratica sportiva che dovranno essere svolte nei pressi della propria abitazione. Sempre fino al 14 marzo resteranno chiuse le attività commerciali (salvo quelle la cui apertura è già consentita) ma anche bar e ristoranti.
Nelle scuole medie, superiori, e all’università proseguirà la didattica a distanza mentre dall’1 marzo gli asili nido, le scuole dell’infanzia e le scuole elementari potranno tornare alla didattica in presenza, salvo nei 9 Comuni oggetto di restrizioni per la variante sudafricana.