AGI - Una battaglia da combattere insieme, contro un nemico che è di tutti, con la massima velocità possibile. E intanto ridisegnare il sistema sanitario, puntando sulla sanità territoriale e le cure di prossimità. Nel discorso programmatico del premier Mario Draghi al Senato lunghi passaggi, e non poteva essere altrimenti, sono dedicati alla pandemia di Covid.
A partire dall'incipit, all'insegna dell'unità: "Il primo pensiero che vorrei condividere, nel chiedere la vostra fiducia, riguarda la nostra responsabilità nazionale. Il principale dovere cui siamo chiamati, tutti, io per primo come presidente del Consiglio, è di combattere con ogni mezzo la pandemia e di salvaguardare le vite dei nostri concittadini. Una trincea dove combattiamo tutti insieme. Il virus è nemico di tutti".
Poi il commosso ricordo di chi non c'è più, e una promessa, dopo le polemiche degli ultimi giorni: "Ci impegniamo a informare i cittadini con sufficiente anticipo, per quanto compatibile con la rapida evoluzione della pandemia, di ogni cambiamento nelle regole". Tra le priorità per ripartire, il vaccino: "La nostra prima sfida è, ottenutene le quantità sufficienti, distribuirlo rapidamente ed efficientemente".
Con una mobilitazione a tutto campo, che coinvolga tutti i soggetti e le strutture disponibili: "Abbiamo bisogno - ha sottolineato Draghi - di mobilitare tutte le energie su cui possiamo contare, ricorrendo alla protezione civile, alle forze armate, ai tanti volontari. Non dobbiamo limitare le vaccinazioni all'interno di luoghi specifici, spesso ancora non pronti: abbiamo il dovere di renderle possibili in tutte le strutture disponibili, pubbliche e private. Facendo tesoro dell'esperienza fatta con i tamponi che, dopo un ritardo iniziale, sono stati permessi anche al di fuori della ristretta cerchia di ospedali autorizzati. E soprattutto imparando da Paesi che si sono mossi più rapidamente di noi disponendo subito di quantità di vaccini adeguate".
Il tempo è cruciale, ha ribadito più volte il premier: "La velocità è essenziale non solo per proteggere gli individui e le loro comunità sociali, ma ora anche per ridurre le possibilità che sorgano altre varianti del virus". Ma oltre i vaccini, c'è il tema strutturale della riforma sanitaria, anche alla luce di quanto ci ha insegnato la pandemia.
"Il punto centrale - ha spiegato Draghi - è rafforzare e ridisegnare la sanità territoriale, realizzando una forte rete di servizi di base (case della comunità, ospedali di comunità, consultori, centri di salute mentale, centri di prossimita' contro la poverta' sanitaria). E' questa la strada per rendere realmente esigibili i "Livelli essenziali di assistenza" e affidare agli ospedali le esigenze sanitarie acute, post acute e riabilitative. La "casa come principale luogo di cura è oggi possibile con la telemedicina, con l'assistenza domiciliare integrata".