AGI - Sono accusati di aver messo in piedi un'organizzazione per delinquere che importava droga dal Marocco, tramite la Spagna, per poi smistarla nelle piazze di spaccio della Capitale. Così 14 persone sono finite in carcere su ordine del gip che ha accolto una richiesta avanzata dalla Dda che indagava assieme alla Guardia di Finanza su un traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
A smantellare la strutture criminosa, nell'ambito dell'operazione denominata 'Manila', sono stati gli specialisti del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria che hanno persino scoperto come quattro degli arrestati fossero destinatari, direttamente o in quanto inclusi nel nucleo familiare dei beneficiari, del “reddito di cittadinanza”.
Durante le indagini sono state arrestate in flagranza di reato tre persone e sono stati sequestrati quasi 400 chilogrammi di hashish, oltre a 120 kg di marijuana e circa 3 kg di cocaina, nonché sofisticate attrezzature necessarie per allestire una serra indoor.
In un’occasione, nel tentativo di disfarsi della sostanza stupefacente custodita in casa al momento dell’intervento dei finanzieri, qualcuno ha buttato la marijuana negli scarichi domestici, determinando l’ostruzione delle tubature di un intero palazzo. Dopo qualche ora, l’inquilino dell’appartamento di sotto ha contattato la caserma delle fiamme gialle per segnalare che dagli scarichi del proprio bagno fuoriusciva una strana sostanza verdastra.
Stando agli investigatori, l’organizzazione era promossa e diretta da due calabresi, Fortunato Ieraci, 37 anni, e Danilo Piccolo, 34 anni, con un complice romano che si occupava della parte esecutiva e logistica con l’aiuto Fabio Farinelli, 47 anni. Il gruppo si rivolgeva ad Antonio Romeo, 35 anni, vero e proprio “broker” del narcotraffico spesso in trasferta in Spagna, per gli approvvigionamenti di stupefacente.
I carichi illeciti giungevano in Italia – occultati tra pallet di verdura trasportati da autoarticolati – presso le sedi di due società romane che operano nel settore degli autotrasporti e del commercio di materiali edili, i cui titolari, Gennaro Umbro, 41 anni, e Massimo Chiodi, 60 anni, mettevano a disposizione, dietro compenso, spazi e attrezzature per le operazioni di scarico. La droga era poi custodita da altri in vari luoghi che venivano periodicamente cambiati, quali garage e appartamenti in condomini residenziali, nonché nell’abitazione di un incensurato romano con giardino e due pitbull a fare la guardia.
Le informazioni acquisite mediante le intercettazioni e i riscontri operati in loco dalla Guardia Civil spagnola – che ha fornito una preziosa collaborazione durante tutte le fasi investigative – hanno consentito di individuare e arrestare in Spagna, nel mese di marzo 2020, un latitante italiano, successivamente estradato in Italia.