AGI - "Al vaccino russo non c'è nessuna contrarietà, ma è ancora una scatola nera per noi. Non siamo ancora riusciti ad ottenere i dati che stanno dietro ad alcune delle pubblicazioni sul tema. Per quanto riguarda il primo articolo (quello su fase 1 e 2) abbiamo fatto 6 richieste, insieme ad alcuni colleghi di tutto il mondo. Per quello che riguarda il secondo articolo, appena uscito, abbiamo già mandato la prima richiesta di accesso ai dati. Se l'EMA avrà accesso a questi dati e questi saranno sufficienti a formare un giudizio, bene, altrimenti è meglio che rimanga in Russia".
Lo ha detto lo scienziato Enrico Bucci, Adjunct Professor presso la Temple University di Philadelphia e consigliere generale dell'Associazione Luca Coscioni, nel corso di un webinar organizzato dall'associazione. "L'aumento della capacità produttiva dei vaccini che hanno già dimostrato la loro efficacia dovrebbe essere la strada da seguire. Invece di mettersi a fare tanti vaccini diversi, proviamo a metterci d'accordo per i vaccini che funzionano, chiedendo di aumentare la produzione", ha aggiunto Bucci.
Sul vaccino "italiano" lo scienziato ha poi commentato: "A parte il metodo con cui si è arrivata a questa identificazione e la confusione di ruoli istituzionali con persone che dovrebbero fare la valutazione che invece sono state coinvolte a tutti gli stadi della discussione, poi si innesca anche il tema del conflitto di interessi per cui tutto questo viene finanziato dall'amministratore delegato di una agenzia pubblica di investimento, che però è anche il commissario che poi dovrà decidere se e come acquistare il vaccino dalla stessa azienda che sta finanziando".