AGI - Laura Perselli è morta. La conferma è arrivata con il ritrovamento del suo cadavere nella acque del fiume Adige tra le frazioni di San Floriano e Laghetti di Egna in Bassa Atesina a sud del capoluogo altoatesino Bolzano.
La donna di 68 anni era la madre di Benno Neumair, 30 anni, supplente di matematica in una scuola media in lingua tedesca di Bolzano, con un passato di ossessione verso il culturismo sfrenato e che dal 29 gennaio si trova in carcere quale indiziato dei delitti di duplice omicidio ed occultamento dei cadaveri dei genitori.
Di Peter Neumair, padre di Benno e compagno di Laura, ancora nessuna notizia: sommozzatori e vigili del fuoco lo stanno ancora cercando. Con il ritrovamento del cadavere di Laura Perselli la posizione del figlio si aggrava. Il legale di Benno,
Flavio Moccia fino a ieri ha detto che il suo cliente “non si capacita di come non sia stato possibile trovare i suoi genitori” dopo aver affermato da quando il suo cliente è stato indagato che la ricostruzione dei fatti degli inquirenti “è del tutto fantasiosa anche perché non ci sono elementi indiziari e che Benno non ha nulla ha da nascondere”.
Della coppia si erano perse le tracce dal 4 gennaio
Era dalla sera del 4 gennaio – il loro ultimo accesso nell’applicazione di messaggistica Whatsapp risale al tardo pomeriggio di quel giorno – che non si avevano notizie di Laura Perselli e di Peter Neumair, insegnanti bolzanini in pensione e genitori anche di Madè, 26 anni, che vive e lavora a Monaco di Baviera nel settore sanitario.
Oggi dopo oltre un mese di ricerche sia in ambito montagna che soprattutto fluviale il ritrovamento del corpo della madre.
Sabato scorso il gip del Tribunale di Bolzano, Carla Scheidle ha confermato la custodia cautelare in carcere di Benno Neumair per il rischio di reiterazione del reato, inquinamento delle prove o fuga. Il gip successivamente ha disposto l’incidente probatorio.
Nelle analisi biologiche l’11 febbraio il gip bolzanino incaricherà ufficialmente il noto genetista romano Emiliano Giardina, già perito anche negli omicidi di Meredith Kercher e Yara Gambirasio, e Litiano Piccin dell’Università di Bologna per quanto concerne l’aspetto informatico.
Sarà, infatti, analizzato il materiale sequestrato, dall’autovettura di famiglia (una Volvo V70 di colore scuoro) ai dispositivi tecnici in uso al figlio, ovvero computer, telefonino e chiavette Usb.
È dal 5 gennaio scorso, quando è stata sporta la denuncia di scomparsa di Laura Perselli e di Peter Neumair, che decine di carabinieri, soccorso alpino, vigili del fuoco e sommozzatori, sono impegnati nelle ricerche sia sugli argini che all’interno del fiume Adige nei pressi del ponte Ischia-Frizzi.
Le ricerche si erano concentrate in quella zona a seguito del rinvenimento di una traccia di sangue. Nel corso delle settimane gli inquirenti hanno ricostruito i movimenti di Benno, con una serie sopralluoghi da parte dei carabinieri del Ris all’interno dell’appartamento di via Castel Roncolo 22 dove la coppia viveva.
L’autovettura di famiglia era stata notata dalle videocamere della città di Bolzano (ponte Roma) in direzione sud la sera del giorno 4 gennaio. Successivamente, dopo un “buco” temporale di circa 40 minuti di mancata copertura del cellulare del giovane, l’autovettura è stata notata, sempre dalle videocamere, all’altezza della galleria di Laives, cittadina non distante dal capoluogo altoatesino.
La notte tra il 4 e il 5 gennaio, Benno Neumair l’aveva trascorsa a Ora, paesino della Bassa Atesina, presso l’appartamento dell’amica Martina, la commessa di origini argentine che è indagata per favoreggiamento per non aver consegnato subito ai carabinieri dei Ris i vestiti che Benno le aveva lasciato da lavare nelle ore successive la misteriosa scomparsa dei genitori.
Nel corso delle settimane sono emersi ulteriori dettagli. Dopo il sequestro di un primo flacone di acqua ossigenata nei giorni successivi la scomparsa della coppia dal bagagliaio dell’autovettura Volvo mentre Benno stava per accingersi ad entrare in un autolavaggio nella zona di Bolzano, gli inquirenti sostengono che il figlio abbia acquistato un secondo flacone di acqua ossigenata che sarebbe stato utilizzato per pulire eventuali tracce presenti all’interno dell’appartamento di famiglia.
Nel frattempo è spuntato un particolare del controllo presso l’autolavaggio: Benno era accompagnato da un’amica, una ventenne iniziata a frequentare da poco, già sentita dagli inquirenti ma che non risulta indagata.