AGI - Tagliatelle, tortellini e polpette donate ai passanti. Cibo, una trentina di chilogrammi, già preparato per il pranzo ‘mancato’ di domenica, ultimo giorno arancione nonostante le aspettative di un cambio di colore in giallo arrivato però solo oggi: questa l'iniziativa di Giovanni Favia, ristoratore di Bologna con un passato da politico.
Ex consigliere regionale in Emilia Romagna fu tra i primi espulsi dal Movimento 5 Stelle tanto da diventare una delle voci più critiche verso Beppe Grillo. Ora è uno dei volti di “Esercenti Resistenti” un gruppo di locali che lottano per poter riaprire l’attività.
“Ieri ho distribuito prodotti che altrimenti sarebbero scaduti. Molti passanti si sono fermati davanti al mio locale per esprimere solidarietà”, ha raccontato Favia all’AGI. A scatenare la rabbia del ristoratore è stata la decisione del ministro Speranza di far scattare lunedì e non domenica le nuove fasce di colorazione.
“Quello che è successo è indifendibile, grave. Per la nostra categoria che è già tesa come una corda di violino questo 'scherzo' del ministro è inqualificabile. Per noi - lamenta Favia - non vuol dire spostare solo di un giorno la riapertura ma di una settimana. Già ci hanno tagliato le gambe chiudendoci alla sera. Io a pranzo faccio una media di dieci coperti al giorno durante la settimana. L’unico pranzo in cui si lavora è quello della domenica. E’ stato un colpo basso. Non ci rispettano”.
Fino a venerdì, “attraverso le informazioni dei media, ci hanno fatto credere che domenica sarebbe scattata la zona gialla. Invece – conclude l’ex grillino - è stata posticipata di un giorno e ci hanno creato un danno morale ed economico. Io ho perso tutte le prenotazioni e per organizzarmi avevo già fatto rientrare il personale da fuori Bologna”.