AGI - È un post durissimo quello dell’avvocato Consuelo Locati che marca in modo lacerante e irreversibile la rottura del Comitato Noi Denunceremo, il gruppo nato da una pagina Facebook con oltre 70mila membri, vera ‘Spoon river dei morti di Covid, e diventati poi portavoce da un anno delle istanze, anche giudiziarie, delle famiglie delle vittime.
"Il presidente vuol scendere in politica a fianco di chi abbiamo criticato"
Nel suo scritto pubblicato alle 13 e 41, orario in cui morì il padre il 27 marzo, la legale accusa il presidente Luca Fusco di “voler scendere in politica” a fianco di esponenti criticati dal Comitato per le politiche durante la pandemia, “tradendo così la fiducia delle famiglie”, mette in discussione l’aumento delle quote di iscrizione e sostiene di essere stata vittima per queste sue posizioni “di una politica diffamatoria personale”.
Già mei giorni scorsi si era saputo dell’addio al Comitato di Locati e del team dei legali da lei diretto, oltre che del responsabile della comunicazione Robert Lingard autore di una attività investigativa in questi mesi che l’ha portato a consegnare alla Procura, tra le altre carte, il rapporto dell’Oms sparito dal sito dell’organizzazione dalla cui scoperta è nato il filone d’indagine sul piano pandemico.
Ma ora Locati “per il rispetto di mio padre e per onorare la sua memoria e per il rispetto dei familiari delle vittime” rende nota “la sua versione” sostenendo che i “membri fondatori hanno via via trasformato, stravolgendolo” il progetto iniziale.
Sull’aspetto ‘politico’, Locati ricorda che Fusco accettò nel giugno scorso l’invito del sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, a partecipare alla commemorazione delle vittime “nonostante la mia contrarietà, e anche quella del figlio Luca, perché “quella partecipazione si sarebbe posta in aperta contraddizione con le responsabilità che fino a quel momento avevamo contribuito a far emergere nei confronti di talune figure politiche”.
L'aumento "decuplicato" della quota di iscrizione
In seguito, era stata creata una chat tra i membri del Comitato ed esponenti istituzionali “durante la quale – scrive Locati – avevo ribadito l’indipendenza del Comitato rispetto a qualunque pressione politica. Per quanto mi riguarda, da allora non ho più avuto contatti con questi esponenti istituzionali che sono continuati anche successivamente con il presidente del Comitato”.
In seguito, Luca Fusco “il 7 dicembre del 2020 in una videoconferenza ci ha comunicato la sua intenzione di voler abbandonare lentamente ma in tempi brevi l’aspetto giudiziario e far nascere un movimento di opinione similpolitico, ufficializzandolo a decorrere dai primi mesi del 2021. Di fronte alla metta contrarietà, ha dichiarato che avrebbe corso da solo”.
Un dissenso manifestato anche riguardo “l’aumento decuplicato della quota di iscrizione” giustificandolo in parte “con la partecipazione alle azioni giudiziarie, cosa di cui non ero a conoscenza”.
“So per certo – aggiunge – che dal giorno della comunicazione, il 6 gennaio, alcuni aderenti che avevano versato cinque euro per avere informazioni a oggi non le hanno avute”. Infine, nel post Locati parla della “campagna diffamatoria”, facendo presente che “il 4 gennaio durante un incontro zoom a cui partecipavano presidente, vice e un latro membro del consiglio direttivo, veniva letto da Lucca Fusco un messaggio inviatogli dal sindaco di Bergamo in cui emergevano le sue perplessità rispetto alla mia figura”.