AGI - Via libera condizionato dell'Aifa al vaccino di AstraZeneca, che venerdì ha ricevuto l'ok dell'Ema. Dopo una lunga riunione della Commissione tecnico-scientifica, l'Agenzia italiana del farmaco ne ha "raccomandato l'utilizzo preferenziale" alle persone di età inferiore ai 55 anni.
Si confermano, dunque, i dubbi sull'efficacia del vaccino AstraZeneca per i soggetti più anziani, vista la scarsità di pazienti di quelle fasce di età arruolati negli studi clinici. Aspetto sottolineato anche dall'Ema, che tuttavia aveva autorizzato il vaccino nell'Unione Europea per tutti i soggetti con più 18 anni.
Anche l'Aifa formalmente si adegua alla decisione dell'Agenzia del farmaco europea, raccomandandone però l'utilizzo soprattutto per i più giovani.
A questo punto sarà il ministero della Salute a stabilire nel dettaglio le modalità d'uso sul nostro territorio.
La Germania dice no ad AstraZeneca per gli over 65
L'organismo tedesco che ha raccomandato di non vaccinare chi ha più di 65 anni con la formula di AstraZeneca ha tenuto a ribadire che la scelta non è dettata dal sospetto di una cattiva qualità ma dal fatto che non ci sono ancora sufficienti informazioni sull'efficacia in questo gruppo di età.
Klaus Cichutek, presidente dell'Istituto Paul Ehrlich (Pei) dei Vaccini, lo ha spiegato nel corso di un incontro on-line, presente anche il ministro della sanità Jens Spahn.
Il preparato di AstraZeneca è "per qualità comparabile" ai due che sono già stati autorizzati dalL'Ue dopo il 'via libera' dell'Ema, l'agenzia europea del Farmaco, ovvero Pfizer/BioNTech e Moderna; la raccomandazione del Pei di vaccinare solo gli under 65 con questa formula è dovuta esclusivamente al fatto che "il volume dei dati" sulla sua efficacia in questa fascia di età è "inferiore", ha sottolineato Cichutek.
"Non è che non sia buono (il vaccino AstraZeneca), ma che i dati non sono sufficienti", gli ha fatto eco il presidente della Commissione permanente Rki sulla vaccinazione, Thomas Mertens. Il ministro della Salute, da parte sua, ha lasciato intendere che la raccomandazione non è definitiva, ma che potrebbe essere ritirata quando saranno disponibili maggiori informazioni sull'efficacia di questo vaccino tra gli over 65.
Spahn ha aggiunto che l'arrivo delle dosi di AstraZeneca potrebbe accelerare la vaccinazione tra il personale sanitario negli ospedali e nelle case di cura. Vaccinarsi, ha sottolineato Spahn, rimarrà comunque una scelta volontaria.
Per Macron AstraZenaca ha dimostrato poco trasparenza
AstraZeneca ha dimostrato poca trasparenza con il mancato rispetto degli obblighi contrattuali con l'Ue e sono pertanto necessari "controlli" sulle consegne dei vaccini prodotti dalla compagnia anglo-svedese in Europa. Lo ha dichiarato il presidente francese, Emmanuel Macron, in un'intervista con il 'Guardian' e altre testate internazionali.
Macron ha poi sottolineato come il siero di AstraZeneca sembri "quasi inefficace" sui soggetti di età superiore ai 65 anni, sebbene la casa farmaceutica continui a smentirlo.
Il vaccino AstraZeneca utilizza un vettore virale di scimpanzé
Il nome di questo vaccino, come sempre nelle fasi di sperimentazione, è impronunciabile: ChAdOx1 nCoV-19. Ma al di là di questo, il frutto del lavoro messo a punto nei laboratori dello Jenner Institute dell'Università di Oxford, in collaborazione con l'Oxford Vaccine Group, e con il rilevante contributo tutto italiano della Irbm di Pomezia, è una delle speranze più concrete per debellare il coronavirus.
Il vaccino si basa sulla tecnica del "vettore virale", ossia l'utilizzo di un virus simile a quello che si vuole prevenire ma non aggressivo, a cui si "incollano" le informazioni genetiche che si spera facciano scattare la risposta immunitaria dell'organismo. Ed è proprio questo che fanno nei laboratori di Pomezia: l'Irbm è uno dei leader globali nella produzione di vettori virali.
Questo vaccino in particolare utilizza un vettore virale di scimpanzé con deficit di replicazione basato su una versione indebolita di un comune virus del raffreddore (adenovirus), che causa infezioni negli scimpanzé e contiene il materiale genetico della proteina spike Sars-CoV-2.
Dopo la vaccinazione, viene prodotta la proteina spike superficiale, la quale attiva il sistema immunitario affinché attacchi il virus Covid-19 se questo dovesse in seguito infettare l'organismo. Il vettore adenovirus ricombinante (ChAdOx1) è stato scelto per generare una forte risposta immunitaria già da una singola dose e non è replicante, non può quindi causare un'infezione nell'individuo vaccinato.
I vaccini prodotti con il virus ChAdOx1 si sono dimostrati ben tollerati, sebbene possano causare effetti indesiderati temporanei, come febbre, sintomi simil-influenzali, mal di testa o dolore al braccio.
La capacità produttiva totale è attualmente pari a due miliardi di dosi. Di certo per l'Italia soprattutto il via libera sarebbe stata una boccata d'ossigeno, se non fosse che l'azienda nei giorni scorsi ha annunciato un taglio-monstre nelle forniture previste in Europa, fino al 60%.
Sulla carta l'Italia ha prelazionato 40,38 milioni di dosi, e proprio il siero di AsteaZeneca avrebbe dovuto fare la parte del leone nel primo trimestre nei piani del commissario straordinario Arcuri.
Perso il primo mese, si tratterà ora di accelerare per affiancare le dosi settimanali inviate da Pfizer, circa 400mila, e quelle, per ora poche decine di migliaia, che ha iniziato a inviare Moderna.