AGI - In calo per la seconda settimana consecutiva l'indice Rt in Italia, che scende da 0,97 a 0,84. Lo rileva la bozza del report settimanale di monitoraggio di ministero della Salute e Iss, riferita al periodo 18-24 gennaio. "L'Rt medio calcolato sui casi sintomatici - si legge nel report - è stato pari a 0,84 (range 0,75- 0,98), in diminuzione e con il limite superiore del range sotto l'uno". Inoltre "si continua a osservare una diminuzione dell'incidenza a livello nazionale negli ultimi 14 gg (289,35 per 100.000 abitanti vs 339,24 per 100.000 abitanti)".
Malgrado anche questa settimana il dato di incidenza bisettimanale non sia pienamente confrontabile con il periodo precedente (a causa dell'estensione dal 15/1/2021 della definizione di caso a test antigenici rapidi), "il calo osservato evidenzia una diminuzione reale dell'incidenza, dato che il periodo degli ultimi 14 giorni comprende più giorni dove sono stati inclusi anche casi diagnosticati con solo test rapido antigenico".
Tuttavia, si legge ancora, "l'incidenza è ancora lontana da livelli che permetterebbero il completo ripristino sull'intero territorio nazionale dell'identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti. Il servizio sanitario ha mostrato i primi segni di criticità quando il valore a livello nazionale ha superato i 50 casi per 100.000 in sette giorni e una criticita' di tenuta dei servizi con incidenze elevate. Nella settimana di monitoraggio rimane molto alta l'incidenza nella Provincia Autonoma di Bolzano (582,75 per 100.000 dal 18 al 24/1)".
"Aumento casi è ancora possibile"
"L'epidemia resta in una fase delicata ed un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane è possibile, qualora non venissero mantenute rigorosamente misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale" si legge nella bozza del report
"L'attuale quadro a livello nazionale - spiega il rapporto - sottende infatti forti variazioni inter-regionali con alcune regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica ed il relativo impatto, uniti all'elevata incidenza impongono comunque incisive misure restrittive. Si conferma pertanto la necessità di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone. E' fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il piu' possibile".
Calo terapie intensive, sotto la soglia di rischio
In calo i ricoveri in terapia intensiva anche questa settimana, con il tasso di occupazione a livello nazionale al 28%, sotto la soglia critica del 30%. "Scende il numero di Regioni - si legge nel report - che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica (8 vs 12 la settimana precedente). Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale si colloca sotto la soglia critica (28%)".
Complessivamente, "il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in diminuzione da 2.487 (19/01/2021) a 2.372 (26/01/2021); il numero di persone ricoverate in aree mediche è anche in diminuzione, passando da 22.699 (19/01/2021) a 21.355 (26/01/2021)".
Tale tendenza a livello nazionale, avvisa il rapporto, "sottende forti variazioni inter-regionali con alcune regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica ed il relativo impatto, uniti all'incidenza impongono comunque misure restrittive".
Nell'ultima settimana si osserva anche "una diminuzione delle allerte di resilienza riportate dalle Regioni/PPAA, con 16 Regioni/PPAA senza allerte segnalate (vs 13 la settimana precedente). Questa settimana una Regione (Friuli-Venezia Giulia) ha riportato molteplici allerte di resilienza".
Si osserva inoltre "una diminuzione nel numero di casi non riconducibili a catene di trasmissione note (29.432 vs 33.339 la settimana precedente) e aumenta la percentuale dei casi rilevati attraverso attivita' di tracciamento dei contatti (31,7% vs 28,7%). Invece, rimane stabile la percentuale di casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (31,4% vs 31,5% la settimana precedente)".
Infine, "il 23,6% dei casi è stato rilevato attraverso attività di screening e nel 13,3% non è stata riportata la ragione dell'accertamento diagnostico".