AGI - “Come loro ci stanno uccidendo, noi bloccheremo Milano”. Le parole più dure arrivano da Floriana Tremiterra, titolare di tre locali, due ristoranti e un bar con musica, tra i circa 200 imprenditori che hanno partecipato a un presidio di protesta davanti alla sede della Regione.
“Chiediamo o le riaperture a norma oppure ristori adeguati alle nostre esigenze” spiega all’AGI Paolo Polli, uno dei presenti, che fornisce numeri da brivido: “Stiamo fallendo tutti, già il 20% per cento ha chiuso, entro un mese arriveremo al 50% delle chiusure delle partita Iva in città. E’ una situazione inconcepibile e se le cose non cambiano penseremo a forme di protesta ancora più decise”.
“Siamo allo stremo – dice ancora Tremiterra mentre i manifestanti gridano ‘Libertà, libertà’ – paghiamo gli affitti e nessuno ci aiuta, tranne il ridicolo credito d’imposta che poi sono tasse. Non vogliamo fallire per colpa dello Stato. Se vogliamo copiare la Germania, allora ci devono dare l’80% di quello che abbiamo perso perché i danni economici sono incalcolabili. Abbiamo dipendenti che ancora non hanno ricevuto la cassa integrazione. L’asporto? Ridicolo perché il 35% finisce alle multinazionali che fanno le consegne. Avrei aderito molto volentieri all’iniziativa ‘Io apro’ ma non ha senso in zona rossa perché i clienti hanno paura e non vengono, cosa che farebbero in zona arancione”.
Sul palco, si alternano al microfono diversi imprenditori. Uno dei leader della protesta urla che “i dpcm illegittimi hanno massacrato le nostre attività costruite con fatica e con sudore" e fa notare che "la Regione che aveva garantito sostegno alle partite Iva si è dimenticata di inserirli nelle finestre di aiuto”.