AGI - Due genitori misteriosamente scomparsi nel nulla dalla conca di Bolzano da 17 giorni, il loro figlio convivente indagato per omicidio volontario e occultamento di cadavere, giornate intere di ricerche tra i boschi e nei corsi d’acqua, sopralluoghi ed accertamenti tecnico-scientifici nell’appartamento dove vive la coppia al fine di repertare qualche traccia utile finalizzata alle indagini.
La scomparsa di Peter Neumair, 63 anni, e di sua moglie Laura Perselli, 68, entrambi insegnanti in pensione di Bolzano, con il trascorrere delle ore si tinge di giallo anche perché le ipotesi, per il momento non schiaccianti certezze, sono tante.
I carabinieri del Ris di Parma sono all’opera. Da giorni i militari setacciano l’appartamento da oltre 100 metri quadrati dei Neumair-Perselli al civico 22 di via Castel Roncolo in uno dei quartieri più tranquilli del capoluogo altoatesino a poche decine di metri dalla villa dove abitava Silvius Magnago, il ‘padre dell’autonomia del Sudtirolo’.
Le attenzioni degli inquirenti sono rivolte anche su un vicino appartamento, non di proprietà dei coniugi ma destinato al figlio Benno, 30 anni, insegnante di matematica e appassionato di culturismo tanto da mostrare pubblicamente sui social con video e foto il suo fisico scolpito.
I rapporti tra figlio e genitori soprattutto nell’ultimo periodo si erano fortemente incrinati, discussioni, liti che, come sostengono testimoni, scaturite da richieste economiche del giovane. Le indagini, coperte da segretezza e riservatezza come sottolinea la Procura di Bolzano, stanno verificando cosa possa essere accaduto nel tardo pomeriggio-sera del 4 gennaio dopo che i coniugi Neumair-Perselli erano stati visti l’ultima volta proprio dal figlio.
L’ipotesi accusatoria sosterrebbe che Benno abbia ucciso i genitori nel vicino appartamento a lui destinato e che successivamente abbia trasportato i corpi fino al ponte di Vadena, località della Bassa Atesina a circa venti chilometri da Bolzano.
Gli investigatori si stanno concentrando sugli spostamenti del figlio del 4 gennaio, in particolare dalle ore 21 quando la telecamera di ponte Roma a Bolzano ha immortalato il passaggio dell’autovettura della famiglia Neumair-Perselli.
Sul parapetto del ponte di Vadena sopra l’Adige è stata rinvenuta una goccia di sangue che, in uno scenario di persone scomparse, potrebbe appartenere ad una di loro. Una goccia ematica è stata rinvenuta anche all’interno dell’autovettura Volvo di famiglia utilizzata sia dai genitori che dallo stesso figlio Benno.
La sera della scomparsa dei coniugi, il figlio ha raccontato di aver trascorso la notte ad Ora presso la fidanzata che ha confermato la presenza del giovane. Il giorno successivo Benno al mattino presto è ritornato a Bolzano, ha raccontato di essersi recato a casa ma senza vedere i genitori, poi si è recato in auto al Renon.
A lanciare l’allarme era stata la sorella Madè, da Monaco di Baviera quando non aveva ricevuto risposta ai messaggi da parte di madre e padre. Secondo i legali Angelo Polo e Flavio Moccia, la ricostruzione dei fatti “è del tutto fantasiosa anche perché non ci sono elementi indiziari” e aggiungono che “Benno nulla ha da nascondere”.