AGI - Abusi, silenzi e solitudine. Ha scritto anche a Papa Bergoglio, che ha immediatamente chiesto chiarimenti alla Curia di Piazza Armerina, uno dei giovani che a Enna avrebbe subito abusi sessuali da un prete che è indagato dalla procura del piccolo capoluogo. Il ventenne aveva prima segnalato tutto alla diocesi di Piazza Armerina e poi scritto direttamente al Papa.
Sul sacerdote, insegnante di religione, ex parroco a Enna Alta e organizzatore di moltissime attività per i bambini e gli adolescenti, pesano le accuse di abusi sessuali che, secondo quanto emerso, sarebbero stati subiti da diversi ragazzini che frequentavano le attività organizzate nell'ambito delle attività dell'oratorio parrocchiale e di una associazione che riunisce oltre 300 ragazzi.
Il tutto in un contesto di presunte reticenze e omissioni. "Non abbiamo ricevuto niente dalla Curia. Siamo venuti a conoscenza del reato solo quando il giovane ha denunciato alla Squadra mobile", ha detto nei giorni scorsi il procuratore Massimo Palmeri che ha sentito il vescovo di Piazza Armerina, Rosario Gisana, come persona informata dei fatti.
Dopo le segnalazioni alla Curia di Piazza Armerina, il sacerdote era stato trasferito: nel corso di una messa a ottobre 2019, aveva detto che a seguito di una malattia era costretto a lasciare Enna per il nord Italia. La scorsa estate, però, il prete è tornato in città, ha officiato riti religiosi e avrebbe anche preso parte ad attività con bambini e adolescenti, circostanza che avrebbe indotto il ventenne a denunciare fatti e silenzi.
Dalle indagini trapela che le vittime del sacerdote, molto noto a Enna, avrebbero raccontato degli abusi subiti ad altri preti, ma non ci sarebbero state segnalazioni alla magistratura. Il giovane ha anche raccontato di avere ricevuto proposte di denaro a titolo di risarcimento. Il vescovo da parte sua ha ribadito di avere sempre attivato la procedura canonica informando le autorità ecclesiastiche.
Tra i fatti sui quali monsignor Gisana è stato sentito ci sarebbe l'indagine del Tribunale ecclesiastico di Palermo a carico del prete che, però, non si sarebbe mai presentato e che avrebbe solo fornito una testimonianza informale al vescovo. I risultati dell'indagine, qualora si fossero ravvisati comportamenti censurabili per la Chiesa da parte del prete, sarebbero stati mandati alla congregazione del Vaticano, ma la vittima ha denunciato di non avere mai avuto conoscenza della decisione. L'inchiesta della magistratura va avanti.