Aggiornato alle ore 17,00.
AGI - Processo d'appello bis soltanto per il capo di imputazione relativo al disastro colposo. È quando ha disposto la quarta sezione penale della Cassazione nel processo sulla strage di Viareggio. Per Mauro Moretti, ex ad di Fs e Rfi, condannato in appello a 7 anni, e Michele Mario Elia, ex ad di Rfi condannato in secondo grado a 6 anni.
Cade l'aggravante relativa alla violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e, per questo, il reato di omicidio colposo contestato agli imputati nel processo sulla strage è stato dichiarato prescritto.
I giudici della quarta sezione penale sono stati in camera di consiglio, dopo i 4 giorni di udienze celebrate lo scorso dicembre, per esaminare le decine di ricorsi presentati contro la sentenza d'appello pronunciata dai magistrati di Firenze nel giugno del 2019.
Un verdetto che "colpisce in modo radicale la sentenza d'appello: di fronte alla catastrofe che la sentenza d'appello rappresentava mi pare che la Cassazione abbia rimesso molte cose a posto", ha dichiarato il professor Franco Coppi, difensore di Mauro Moretti, lasciando l'Aula magna della Cassazione dopo la lettura del verdetto sulla strage di Viareggio.
La notte della tragedia
Alle 23,48 del 29 giugno 2009 un treno merci partito da Trecate, in Piemonte, e diretto a Gricignano, in Campania, deraglia poco dopo aver superato la stazione ferroviaria di Viareggio. Una delle cisterne che trasportano Gpl si rovescia su un fianco e da un grosso foro fuoriesce gas. Pochi minuti più tardi, una violentissima esplosione: la zona della città più colpita è quella di via Ponchielli, quasi completamente rasa al suolo. Pesante il bilancio delle vittime, 32 in tutto, molte delle quali decedute nei giorni successivi a causa delle ustioni riportate.
Le indagini e il processo
La procura di Lucca apre un'inchiesta per verificare le cause del deragliamento e accertare eventuali responsabilità. Quattro anni dopo, nel luglio 2013, il gup di Lucca, Alessandro Dal Torrione, rinvia a giudizio 33 imputati, persone fisiche e giuridiche. Tra questi, Mauro Moretti, ex amministratore delegato di Fs e Rfi, Michele Mario Elia, ex amministratore delegato di Rfi, e Vincenzo Soprano, ex ad di Trenitalia.
Il processo si apre nel novembre 2013 nel polo fieristico di Lucca trasformato per l'occasione in aula di tribunale. I capi di imputazione più gravi sono quelli di disastro ferroviario colposo, omicidio colposo plurimo, incendio colposo e violazione delle normative sulla sicurezza.
Dopo tre anni di udienze, nel settembre 2016 dai pm giungono le richieste di condanna: 16 anni di reclusione per Mauro Moretti, 15 anni per Elia. Per quanto riguarda le società coinvolte, i pm chiedono ingenti risarcimenti a carico di Ferrovie dello Stato, Trenitalia, Fs logistica, Gatx Rail Austria (società titolare del carro che deragliò e prese fuoco) e delle officine Jugenthal di Hannover (dove fu fatta la manutenzione dell'asse del vagone). Il 31 gennaio 2017 la sentenza di primo grado: oltre venti su 33 gli imputati che vengono condannati.
Sette anni a Moretti, 7 anni e mezzo a Elia e a Soprano. Condanne anche per i dirigenti delle società austriache e tedesche coinvolte nel procedimento.
L'appello a Firenze
Quasi due anni dopo, il 13 novembre 2018, inizia il processo d'appello a Firenze, sul quale incombe lo 'spettro' della prescrizione: l'11 febbraio 2019 l'accusa conclude la sua requisitoria, chiedendo una condanna a 15 anni e 6 mesi per Moretti - il quale annuncia di rinunciare alla prescrizione - a 14 anni e mezzo per Elia e a 7 anni e mezzo per Soprano.
Chiesta anche la condanna delle società straniere, seppur con una revisione delle pene legata ad alcuni reati prescritti. Il 20 giugno, la Corte d'appello di Firenze emette la sua sentenza: confermata la condanna a 7 anni inflitta in primo grado a Moretti, 6 anni a Elia e Soprano, condanne per gli imputati stranieri, assoluzione per alcuni dirigenti Rfi.
La parola alla Cassazione
Il 2 dicembre 2020, in piena emergenza Covid, il processo sulla strage di Viareggio arriva al vaglio della Cassazione: udienze a porte chiuse, proprio per assicurare il rispetto delle misure attuate per far fronte alla pandemia, familiari in collegamento da Viareggio con i propri avvocati per avere notizie in tempo reale su quanto avviene al 'Palazzaccio'.
Il sostituto pg Pasquale Fimiani, al termine della sua requisitoria, chiede un nuovo processo per Moretti e altri 3 imputati (Francesco Favo, ex responsabile certificazioni sicurezza Rfi, condannato in appello a 4 anni; gli ex dirigenti Rfi Giovanni Costa e Giorgio De Marco, assolti in appello) sollecitando l'annullamento con rinvio della sentenza di secondo grado per queste sole 4 posizioni. Per quanto riguarda gli altri ricorsi, invece, il pg ne chiede il rigetto, e, dunque, la conferma delle condanne. Pochi minuti fa, la sentenza.
I famigliari vittime: "Stesso dolore del 2009"
"Oggi stiamo rivivendo lo stesso dolore che abbiamo vissuto il 29 giugno 2009. Siamo affranti, siamo rimasti senza parole". Così Marco Piagentini a caldo pochi minuti dopo la lettura della sentenza della Cassazione. "Come si fa ad escludere l'incidente sul lavoro - ha detto ancora Piagentini - quando è di fatto un incidente sul lavoro, è una cosa che non si spiega. Abbiamo capito in questo paese a cosa può portare la prescrizione. Viene da domandarsi che senso hanno avuto questi undici anni di avvocati, tecnici, giuristi: ci ritroviamo oggi qua a sentirci dire che tutto e' prescritto".
Salvini: "Vergogna 32 morti senza giustizia"
"Strage di Viareggio, per la Cassazione processo da rifare e omicidi colposi prescritti. Vergogna. Trentadue morti senza giustizia da troppi anni, un abbraccio alle famiglie e a tutta la comunità viareggina". Così il segretario leghista Matteo Salvini ha commentato sui social.