AGI - Una sentenza accolta con amarezza dai familiari delle vittime e con soddisfazione dai difensori dei principali imputati, l'ex ad di Fs e Rfi Mauro Moretti e Michele Mario Elia, ex ad di Rfi: la Cassazione ha dichiarato prescritti i reati di omicidio colposo e disposto un appello-bis sul disastro ferroviario. Se per Elia (condannato in appello a 6 anni) e Moretti (per cui i giudici di secondo grado avevano confermato la condanna a 7 anni) la Corte d'appello di Firenze, in sede di rinvio, dovrà tornare a valutare nel merito profili di colpa, per altre posizioni - tra cui quella dell'ex ad di Trenitalia Vincenzo Soprano (condannato in appello a 6 anni) e di alcuni imputati stranieri - il nuovo processo riguarderà soltanto la rideterminazione della pena, in conseguenza all'intervenuta prescrizione dell'omicidio colposo, conseguente all'esclusione - sancita dalla Corte - dell'aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro.
Il nodo prescrizione
"La decisione assunta dalla Corte ha confermato, in primo luogo, l’esistenza del reato di omicidio colposo plurimo. Tale reato, con l’eccezione dell’imputato che aveva rinunciato alla prescrizione, è stato dichiarato prescritto in quanto esclusa la circostanza aggravante della violazione delle norme di prevenzione sui luoghi di lavoro", ha spiegato la Cassazione con una nota diffusa qualche ora dopo la lettura del dispositivo, e dalla quale si evince che la prescrizione del reato non riguarda la posizione di Moretti, che, nel giudizio di secondo grado, vi aveva rinunciato. Assolte "perché il fatto non sussiste" le società Gatx Rail Austria GmbH, Gatx Rail Germania GmbH, Jungenthal Waggon GmbH, Trenitalia, Mercitalia Rail ed Rfi, in relazione all’illecito previsto dall’articolo 25-septies del decreto legislativo 231/2001 sulle norme in materia di responsabilità amministrative delle persone giuridiche.
La difesa: "colpo radicale a sentenza appello"
"Siamo molto soddisfatti", commenta l'avvocato Carla Manduchi, dello studio legale Stile, difensore di Rfi, mentre secondo il difensore di Moretti, il professor Franco Coppi, quello di oggi è un verdetto che "colpisce in modo radicale la sentenza d'appello: di fronte alla catastrofe che quella sentenza rappresentava mi pare che la Cassazione abbia rimesso molte cose a posto".
I familiari delle vittime: "Tutto il Paese ha perso"
Dure, invece, le parole di Marco Piagentini, presidente dell'associazione 'Il mondo che vorrei', costituita dai familiari delle vittime: "Oggi tutto il paese ha perso. Con la parola prescrizione è stato dato un colpo di spugna a tutto quello che è il lavoro fatto fino ad oggi e la ricerca della verità e della giustizia".
Processo in tempi inferiori a standard e con misure antiCovid
La Cassazione, nel suo comunicato ufficiale di questa sera, ha sottolineato anche che "dopo indagini inevitabilmente lunghe e complesse, gli organi giudicanti hanno celebrato i dibattimenti in tempi inferiori agli standard previsti dalla disciplina nazionale ed europea": la durata del processo alla Suprema Corte "è stata di poco più di otto mesi e le udienze, pur in tempo di pandemia, sono state celebrate con la partecipazione diretta dei difensori e in assoluta sicurezza per tutte le parti".