AGI - Tornano a suonare le campanelle nelle scuole italiane, ma non in tutte, e, comunque, in ordine sparso. Da giovedì scorso, 7 gennaio, aule aperte nelle scuole elementari e nelle medie, oltre a quelle dell'infanzia (con eccezioni in Calabria (oggi riaperte dal Tar), Campania, Puglia e Sicilia); le scuole superiori di secondo grado rivedranno in aula i ragazzi da lunedì 11 gennaio, con presenze al 50%. Ma non sarà così per tutto il Paese. L'Alto Adige, infatti, ha deciso di tentare un ritorno verso la normalità e, da giovedì 7 gennaio, ha aperto anche gli istituti superiori con presenze fino al 75% e con un minimo del 50%".
Scuole superiori in ordine sparso
Ma il vero caos è sulle superiori. In Piemonte, Lazio, Molise e Liguria, invece, ragazzi delle superiori in aula da lunedì 18 gennaio. Friuli Venezia Giulia, Veneto e Marche, già nella giornata di lunedì scorso avevano deciso, con ordinanze, di rinviare a fine gennaio le lezioni in presenza e di proseguire fino a quella data, al 100%, con la didattica e distanza.
Anche in Calabria scuole superiori chiuse fino al 31 gennaio. In Puglia, invece, "le scuole di ogni ordine e grado, dalle primarie alle superiori, saranno in Ddi, Didattica digitale integrata, sino a venerdì 15 gennaio 2021", ha dichiarato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. L'ordinanza sarà in vigore "per un periodo limitato di tempo, quindi è provvisoria e precauzionale, in attesa che la cabina di regia del ministero della Salute chiarisca l'effettivo livello di pericolo".
Verso un rinvio per Sardegna e Sicilia
In Lombardia, Emilia Romagna, Campania e Umbria, avanti con la Dad fino al 23 gennaio, e ripresa dal 25, giorno della ripresa in presenza al 50%. E nelle prossime ore si attendono le decisioni delle Regioni Sardegna e Sicilia, entrambe orientate comunque ad un rinvio nelle prossime settimane. E anche in Basilicata la decisione è attesa a breve. Alla luce delle ultime decisioni, oltre all'Alto Adige che ha già aperto le superiori nei giorni scorsi, da lunedì 11 gennaio torneranno in classe, al 50%, gli studenti di Toscana, Valle d'Aosta e Abruzzo. Non mancano, infine, ordinanze di presidenti di Provincia e sindaci che, autonomamente, hanno rinviato la riapertura degli istituti.