Dosi in eccesso di vaccino somministrate, martedì scorso a fine giornata, a parenti o conoscenti di alcuni sanitari, tra cui medici e infermieri, dell’ospedale Baggiovara di Modena. Persone, sei in totale, che non avevano diritto all’iniezione anti Covid in quanto non fanno parte delle categorie scelte per questa prima fase: sulla vicenda, per competenza interprovinciale, indagano i Nas di Parma. Nessun reato ipotizzato, al momento, ma i militari dei Nuclei antisofisticazioni e sanità supportati dai carabinieri di Modena si sono presentati, questo pomeriggio, in ospedale per fare accertamenti preliminari. Una serie di verifiche mirate a capire se ipotizzare eventuali responsabilità penali.
“Quanto avvenuto non risponde ad alcuna direttiva o indicazione fornita dall’Azienda”: la prima a pretendere chiarezza è stata la stessa Ausl di Modena che ha avviato un’istruttoria urgente per individuare tutte le persone responsabili. Il protocollo prevede che quando alla fine della giornata di vaccinazione rimangono alcune dosi già ricomposte, poiché la loro durata è di sole sei ore e non possono dunque essere utilizzate il giorno successivo, vengono contattati operatori sanitari che hanno dato la disponibilità ad essere vaccinati. Invece alcuni operatori al lavoro nel punto vaccinale, tra cui medici, infermieri e volontari hanno pensato ("in modo autonomo" precisa l'Ausl) di contattare alcuni propri congiunti, con l’idea di non sprecare le dosi. Così a ricevere la 'chiamata' sono stati anche parenti e amici.
“E’ ovvio che è stato un errore ma c’è stata buona fede”: a ricostruire, nel tardo pomeriggio, quanto avvenuto è stata la dottoressa Silvana Borsari, referente unico a livello provinciale nell’ambito della cabina di regia modenese per la campagna vaccinale.
Come è potuto succedere
“Quella sera - ha detto la referente dell'Ausl di Modena nel corso di una conferenza stampa - erano rimaste circa 11 dosi. I professionisti presenti hanno telefonato ad alcuni reparti dell'ospedale e sono riusciti a recuperare solo cinque sanitari per la vaccinazione. Poi si sono trovati in difficoltà e hanno chiamato qualche parente o conoscente. Hanno agito per la paura di sprecare delle dosi. Chiedo scusa. Non doveva succedere, mi dispiace moltissimo che questo episodio spiacevole seppur avvenuto con la buona fede delle persone coinvolte, abbia gettato una luce non trasparente su questa campagna vaccinale”.
La Regione: "Ridurre a zero il margine di errore"
Nessuno sconto da parte della Regione. “In Emilia Romagna – afferma l’assessore alla Sanità, Raffaele Donini - la campagna vaccinale sta procedendo a un ritmo fra i più alti in Italia. Che intensificheremo ulteriormente dopo aver completato questa prima fase dedicata al personale sanitario, agli operatori e ai degenti delle Cra. Per la campagna vaccinale in corso, non possiamo permetterci nessun comportamento che non sia adeguato alla situazione. I margini di errore, anche qualora fossero in buona fede, vanno assolutamente ridotti a zero”. Dubbi però, sul piano vaccini, vengono sollevati da alcune forze politiche del parlamentino di Viale Aldo Moro.
L'interrogazione M5s e le accuse della Lega
I primi a puntare il dito sono stati i 5 Stelle che riferendosi alle ‘rimanenze’ parlano di Modena come di un caso non isolato mettendo nero su bianco le richieste alla giunta Bonaccini in un’interrogazione. “Da segnalazioni che abbiamo ricevuto in questi giorni sembra che anche in altri centri vaccinali della nostra regione, Bologna in primis, il caso delle dosi in eccesso a fine giornata non sia un evento sporadico. Ecco perché ho depositato un'interrogazione per chiedere alla Regione di fare chiarezza sulle procedure utilizzate”, dichiara la capogruppo M5s in Regione, Silvia Piccinini. La Lega non usa mezzi termini e giudica “un fatto vergognoso” quanto avvenuto a Baggiovara. “Prima la partenza a rilento, ora gli errori nei calcoli. La campagna vaccinale in Emilia Romagna sta mostrando troppe criticità”, afferma il consigliere del Carroccio Stefano Bargi.