AGI - “Passiamo tutti i giorni per la regione con il maggior numero di contagi, ma non è vero”. Ad affermarlo in un’intervista al Corriere della Sera è il governatore del Veneto Luca Zaia, che spiega: “ Il primo giorno che ci siamo presi il primato avevamo fatto circa 60 mila tamponi tra rapidi e molecolari. I contagiati erano 3.000, quindi il 5%. In quello stesso giorno, la regione che passava per la migliore della classifica aveva trovato 40 positivi su 400 tamponi. Il che significa il 10%: il doppio”.
Secondo Zaia in Veneto “da sempre facciamo un gran numero di tamponi rapidi. Che però, sulla base della circolare del febbraio scorso, non possono essere inclusi nella statistica. O meglio: i positivi sono contati, ma il loro numero viene caricato sui soli tamponi molecolari. Ma nei prossimi giorni, questo cambierà”.
Cambierà, spiega il presidente veneto, perché “Il ministero ci ha inviato la bozza della circolare che sostituirà quella di febbraio, che include i tamponi rapidi. La verità è che la nostra regione in ottobre aveva il 5% dei positivi sui test, in novembre e dicembre l’8%. Mentre la media nazionale è del 12,48%. Il tasso di positività oltre il 36% non esiste. Le faccio l’esempio del campo minato...”, secondo la quale se “in una parte si manda una sola persona a cercare le mine” e “nell’altra si mandano 50 persone, in quale parte si troveranno più mine?”, si chiede Zaia, che subito dopo rivendica: “Siamo stati la prima Regione a istituire un’analisi vaccinale che oggi è aggiornata e digitalizzata”.
E aggiunge: “Nella prima fase ci sono stati mesi di lockdown, tutti chiusi in casa. A marzo facevamo 2.000 tamponi al giorno, oggi sono 60 mila. Non c’erano mascherine, ora ci sono. Ogni 15 giorni facciamo il test ai 60 mila lavoratori della sanità, ai 30 mila ospiti delle case di riposo e ai 30 mila lavoratori di queste ultime ogni 4 giorni. E abbiamo assunto 1.200 medici”, conclude il governatore veneto.