AGI. – Omicidio, occultamento e vilipendio dei cadaveri in concorso con persone allo stato ignote: sono le pesantissime accuse per Elona Kalesha, 36enne di nazionalità albanese, che fino a qualche anno fa conviveva con Taulant Pasho il figlio di Shpetim e Teuta Pasha uccisi, fatti a pezzi e occultati in quattro trolley ritrovati in un campo alla periferia estrema di Firenze.
I carabinieri del comando provinciale di Firenze che hanno dato esecuzione al provvedimento di fermo del pm, Ornella Galeotti, l'hanno interrogata in caserma per oltre quattro ore, ma la donna si e' avvalsa della facoltà di non rispondere. Poi il trasferimento nel carcere di Sollicciano in attesa della convalida del provvedimento davanti al giudice, che avverrà nei prossimi giorni.
Nel frattempo procedono senza sosta le indagini che hanno portato a un altro importante tassello: il sequestro di due immobili. Il primo riguarda un appartamento alla periferia nord di Firenze, in via Felice Fontana, mentre il secondo riguarda il garage di via del Pantano a Scandicci annesso all'appartamento dove Elona Kalesha e Taulant Pasho abitavano ai tempi della loro relazione, nel 2015.
Ma andiamo con ordine: il garage era già entrato negli atti dell'inchiesta, non foss'altro perché negli anni la coppia era stata al centro delle proteste dei vicini per i cattivi odori che arrivavano sia dal garage che dall'appartamento. Ma chi a suo tempo fece i sopralluoghi nella palazzina rossa al confine fra Firenze e Scandicci rilevò solo una situazione di scarsissima igiene, con cattivi odori che derivavano dalle pessime cure riservate ai cani che i due detenevano e alle continue nuove cucciolate.
Nulla a che fare però con il possibile odore di cadavere in decomposizione. Si può supporre, almeno fino ai nuovi elementi emersi dall'indagine e al sequestro di oggi.
A dodici giorni dalla scoperta della prima valigia all'interno di un appezzamento di terreno che corre lungo la superstrada Firenze-Pisa-Livorno gli avvenimenti di oggi rappresentano una svolta importante per fare luce sul duplice omicidio. Le tessere del mosaico sono comunque ancora tante. Resta da capire chi ha materialmente ucciso e successivamente fatto a pezzi Shpetim e Teuta.
E per quale motivo. Se le valigie sono state portate successivamente nel campo vicino a Sollicciano o se prima dell'abbandono nel terreno sono state conservate da qualche altra parte con i resti che intanto iniziavano a decomporsi. Che ruolo ha giocato il 'tesoretto' di circa 40mila euro che conservava Pasho senior.
E di chi erano quei soldi? Insomma, sono tante le piste aperte. Non ultima quella che riguarda proprio il figlio della coppia. Taulant, 34 anni, latitante in Italia per reati in materia di stupefacenti e detenuto in un carcere della Svizzera nel Cantone di Aargau (Argovia) per il reato di furto con scasso e violazione di domicilio.
Non ci sono accuse a suo carico, ma molti sono gli interrogativi a cui gli investigatori intendono dare risposte. Tra tutte la coincidenza del 2 novembre del 2015. In questo giorno di cinque anni fa Taulant esce dal carcere fiorentino di Solicciano e, nelle stesse ore, si perdono le tracce dei genitori. L'uomo, latitante per l'Italia per reati in materia di stupefacenti, deve scontare ancora 3 anni e 11 mesi circa di reclusione.