AGI - “Il virus con la ‘variante inglese’ è più contagioso perché basta meno carica virale per trasmetterlo”. Lo spiega all’AGI Maurizio Viecca, primario dell’ospedale ‘Sacco’ di Milano. “A maggior ragione – aggiunge – occorre usare la mascherina e usarle bene. Vedo ancora troppo persone che non se la mettono in modo corretto oppure utilizzano dei pezzi di stoffa colorati che non servono a nulla”.
Secondo Viecca, “da febbraio- marzo ci sono già state 4 varianti del virus, di sicuro a nord c’è stato un virus ‘diverso’ rispetto al sud. In questo caso, si è modificato uno dei 1250 aminoacidi che formano la proteina Spike, che possiamo immaginare come una serratura che permette al virus di ‘entrare’ nei polmoni”. Ciò ha comportato appunto una maggiore velocità di diffusione perché è sufficiente una carica virale inferiore per infettare a fronte di un quadro clinico che, sottolinea Viecca, “è rimasto del tutto invariato”.
Per accorgersi che si è di fronte al virus con la ‘variante inglese’ “occorre un’analisi genetica, nell'esperienza clinica non è possibile capirlo”.
Le buone notizie, almeno stando ai primi riscontri, sono che “sembra che questa variante sia più aggredibile dai nostri anticorpi e che il vaccino funzioni allo stesso modo”. La ‘variante’ riempirà gli ospedali più di prima? “Questa è una speculazione – conclude Viecca – perché se si usano correttamente le mascherine il virus non si prende, qualsiasi sia la variante”.