AGI - Per il crollo del Morandi, avvenuto il 14 agosto 2018 e costato la vita a 43 persone, la Procura di Genova ipotizza anche il reato di crollo doloso.
Le nuove accuse, secondo quanto riportano stamane diversi quotidiani, arrivano sulla base dello sviluppo delle indagini sulle barriere antirumore "difettose". Le altre accuse sono attentato alla sicurezza dei trasporti, falso, disastro colposo e omicidio colposo plurimo.
Dalle carte del tribunale del Riesame emerge che le intercettazioni telefoniche effettuate proprio nell'indagine per il crollo di ponte Morandi siano rilevanti e utilizzabili anche per l'indagine sulle barriere fonoassorbenti. Erano state infatti autorizzate, "con riferimento al reato di falso, oltreché di disastro colposo, crollo doloso e attentato alla sicurezza dei trasporti per la ripetizione della falsa reportistica conseguente all'assenza di reali ispezioni ed alla sottovalutazione - scrivono i giudici del Riesame - dei reali vizi accertabili, determinante il falso affidamento sulle condizioni di salute del ponte, rafforzato dall'ulteriore falsa reportistica afferente alla valutazione di sicurezza richiesta dall'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 3274/2003".
Il fine, dicono i giudici del Riesame, è comune nei procedimenti sia sul crollo del ponte che sulle barriere antirumore e negli altri fascicoli aperti: "coprire omissioni e condotte già tenute tese a risparmiare denaro nella manutenzione e nell'adeguamento delle strutture autostradali, nell'interesse di una maggiore distribuzione di utili". In tal caso, sottolineano i giudici, riferendosi al disastro del Morandi, "il crollo si realizzava, causando numerosissimi morti"-