AGI - Doppia svolta nel giallo delle valigie piene di resti umani a Firenze: è stato identificato il cadavere dell'uomo, ed è stato trovato un quarto trolley contenente i suoi resti mancanti.
È stato un riscontro dattiloscopico a dare le certezza che le parti di cadavere maschile sono dell'albanese Shpetim Pasho. Grazie ad una prima comparazione effettuata dalla Sezione Impronte dei Ris di Roma tutti i punti rilevabili sull'impronta di un dito di una mano corrispondono al profilo dattiloscopico di Pasho. Prende dunque sempre più corpo l’ipotesi che i resti femminili appartengano alla moglie Teuta Pasho.
La coppia di albanesi era scomparsa nel 2015. Del caso si era occupata la trasmissione di Rai 3 “Chi l’ha visto?”, che per prima aveva indagato sulla scomparsa dei due dopo la segnalazione alla redazione da parte della figlia della coppia.
La donna aveva detto di non aver più avuto traccia dei genitori dopo l’ultima telefonata da Scandicci, dove avevano trovato un appartamento in affitto per il loro soggiorno. Shpetim e Teuta Pasho, infatti, erano solo di passaggio in Italia: erano venuti dall’Albania per vedere il figlio che era detenuto, in quel periodo, proprio nel carcere di Sollicciano. Shpetim e Teuta Pasho, (54 e 52 anni al momento della scomparsa) venivano periodicamente in Toscana, dove vivono i loro figli.
Il loro ultimo soggiorno era iniziato il 4 ottobre 2015 ed era durato circa un mese. Poi, il 2 novembre la figlia aveva ricevuto una telefonata da un numero anonimo in cui la madre le diceva di non voler rispondere a nessuno. Da allora, nessuna notizia. Nessun altro tassello si è aggiunto al puzzle fino al ritrovamento di oggi.
Quanto al ritrovamento del quarto bagaglio, i riscontri sul campo hanno dato esito positivo: "Contiene verosimilmente la parte mancante dell'uomo", hanno spiegato i carabinieri che l'hano portato a medicina legale per ulteriori analisi e approfondimenti.Di buon mattino, invece, nell’appezzamento di terreno dove sono stati ritrovati i tre trolley con i resti delle ossa sono arrivate le squadre di operai con i decespugliatori per aprire varchi nell’intricata selva di canne e arbusti.
Questo per consentire ai carabinieri, che hanno perlustrato l’area palmo a palmo, di trovare nuovi indizi. Ed ecco che è in un’area, non molto distante dai primi ritrovamenti, ma praticamente inaccessibile senza l’aiuto di mezzi meccanici per via della fitta vegetazione, è emersa la quarta valigia nella quale è possibile che vi sia l’unica parte di corpo mancante: l’arto inferiore della vittima maschile.
Un riscontro importante, dopo quello dei ritrovamenti nei giorni scorsi dei tre bagagli: giovedì 10 dicembre una valigia con un busto di un uomo tra i 40 e i 60 anni, di carnagione chiara.
Morto dopo aver avuto un fendente alla gola. Venerdì 11 dicembre la seconda valigia con all’interno pezzi di arti inferiori, e lunedì 14 dicembre dove i carabinieri scoprono la terza valigia, con il busto di una donna. La cui morte, hanno messo in risalto gli esami autoptici, è avvenuto dopo un brutale pestaggio e poi strangolata.