AGI - Non si è rinnovato il prodigio della liquefazione del sangue di san Gennaro.
Due volte l'abate della cappella di san Gennaro del duomo di Napoli, Vincenzo De Gregorio aveva preso la teca con il sangue del santo, l'aveva portata ai piedi dell'altare maggiore, ruotandola più volte e mostrandola ai presenti, e il sangue era ancora solido. Neppure la santa messa serale è servita.
Il miracolo di dicembre, considerato 'laico', non è considerato come quello di settembre, legato alle sorti future della città. Ma il segnale, in tempi di Covid, era atteso, e molti fedeli si erano recati in chiesa, tanto da far spostare la celebrazione dalla Cappella dedicata al patrono principale di Napoli alla navata principale del duomo.
Le date del miracolo
Il prodigio riconosciuto dalla Chiesa si compie in altre due date dell'anno, considerate più importanti per la città: il 19 settembre, la data principale legata al suo martirio, con una messa solenne celebrata dall'arcivescovo di Napoli; e il sabato che precede la prima domenica di maggio, giorno in cui si porta in processione il busto d'argento del santo dalla cattadrale alla basilica di Santa Chiara, per ripetere quella che fermò una eruzione del Vesuvio.
Alla liquefazione del 19 settembre soprattutto è legato il buon auspicio per le sorti di Napoli. Occasionalmente le ampolle con la reliquia vengono estratte dalla teca per omaggiare visitatori importanti della città, e può accadere che il sangue si sciolga. Ora dunque ai napoletani tocca aspettare fino a maggio prossimo.
Altre liquefazioni
Quello del vescovo martire, decapitato a Pozzuoli, dove pure torna fluida la traccia ematica che stillò sulla pietra che si ritiene sia quella su cui poggiò il capo san Gennaro, non è l'unico sangue capace di miracoli a Napoli. Molto considerato dai napoletani è anche il miracolo di santa Patrizia, anche lei tra i 52 patroni del capoluogo campano, che avviene ogni martedì e il 25 agosto, anniversario del suo martirio.
La delusione
"Non va bene così", il coro unanime dei napoletani arrivati al duomo alla spicciolata durante tutto il pomeriggio. "Deve fare il miracolo soprattutto in questo momento", dicevano in molti.
"Vogliamo fare un atto di vera e profonda devozione al santo Gennaro perché siamo uniti nel suo nome. È lui che ci aiuta a vivere e a testimoniare la fede e, anche se il sangue non si scioglie, non significa chissà cosa", sono le parole pronunciate dal cardinale arcivescovo Crescenzio Sepe ai piedi dell'altare maggiore, prima di impartire la benedizione ai presenti. "È tutto scritto nel cuore di Dio e di Gennaro. L'importante è che noi ci sentiamo veramente uniti e partecipi di questo evento così particolare, che è la nostra devozione al nostro santo protettore", il suo invito.
E anche il parroco del duomo, Vincenzo Papa, dall'altare, è netto: "Oggi serpeggia questa domanda: che succede se il sangue non si scioglie? Non succede niente, ciò che deve sciogliersi è il cuore dell'uomo. Se c'è un miracolo che dobbiamo fare per Dio è questo". Ma sul punto chiesa e popolo divergono da secoli.