AGI - È Paolo Fresu, musicista jazz di fama internazionale, il testimonial di 'Stelle unite per il rilancio del centro', un progetto con cui Sassari sperimenterà da domani un insolito connubio fra negozi di vicinato e arte.
Per resistere alla crisi causata dalle restrizioni anti-Covid, 160 vetrine e oltre settanta tra musicisti, artisti visivi e compagnie teatrali saranno protagonisti di un'innovativa rassegna, presentata come originale modello di resilienza di alcune delle categorie (commercio al dettaglio e operatori dello spettacolo e della cultura) colpite dalla pandemia: un esempio che potrà essere esportato anche fuori dalla Sardegna. Da domani, domenica 13 dicembre, ogni vetrina degli esercizi che aderiscono al progetto ospiterà l'opera di un'artista, affiancata dalla presentazione di uno dei musicisti o compagnia teatrale che appoggiano l'evento.
Un Qr-code collegherà lo smartphone dei visitatori a un brano o performance degli artisti e fra i clienti dei negozi si aprirà un contest che mette in palio numerosi premi. "È come un festival", spiega Fresu all'AGI "una rassegna in vetrina che coniuga un invito positivo a uscire per fare qualche acquisto natalizio e sostenere anche il commercio locale".
"Dobbiamo metterci insieme per superare l'ostacolo", esorta il trombettista, ideatore del festival internazionale estivo 'Time in Jazz', che ha prestato il volto all'iniziativa partita dal centro commerciale naturale di Sassari per affrontare il periodo natalizio con coraggio e creatività, nonostante l'emergenza abbia messo in ginocchio gli operatori del settore.
"Dobbiamo uscire da questa abitudine di sentirci scollegati come se ogni categoria sia a sè. Mi ha colpito che un mondo in grande difficoltà come quello dei commercianti abbia avuto attenzione nei confronti di una categoria così apparentemente lontana e ugualmente in grande difficoltà come quella degli operatori della creatività".
"La pandemia ci lascerà un Paese un po' claudicante" - Paolo Fresu
"Questa pandemia ha portato a galla anche i problemi del mondo dell'arte e le sue difficoltà che c'erano già prima del Covid, ma che con la mancanza di lavoro è venuto fuori con tutta la sua forza", commenta il musicista. "Per questo da marzo mi sto occupando con il fondo Fas (Fondo arte e spettacolo) di dialogare con il governo e anche nei giorni scorsi ho partecipato al tavolo permanente col ministero per cercare di superare le difficolta'".
I lavoratori dello spettacolo in Italia, oltre i big da palco, sono categorie precarie quasi per definizione e con lo stop a concerti e performance hanno mostrato tutta la loro fragilità: "Ben vengano dunque le occasioni in cui l'arte viene sostenuta", aggiunge Fresu. "L'arte è quel luogo prezioso di cui non si può fare a meno. La cultura è un bene primario di questo Paese e dobbiamo prenderne consapevolezza".
Un progetto come quello dei commercianti sassaresi è un esempio di come è necessario resistere alle avversità, ma resta il grande punto interrogativo, quando tutto sarà passato, su che Italia ci consegnerà questa pandemia: "Ci lascerà un Paese un po' claudicante", pronostica Fresu, "chi ha perso i cari, chi il lavoro, ma non bisogna perdere la speranza, per questo idee semplici come quella di 'Stelle unite per il rilancio del centro' dovrebbero diventare un modello nazionale".