AGI - Ai quattro 007 egiziani accusati di aver rapito Giulio Regeni, e averlo tenuto prigioniero per 9 giorni, viene contestato il "sequestro di persona pluriaggravato in concorso tra loro e con altri soggetti allo stato non identificati". Questo è quanto emerge nell'avviso di conclusioni indagini firmato dal procuratore capo di Roma Michele Prestipino e dal pm Sergio Colaiocco. Le indagini sul caso Regeni sono partite "a seguito della denuncia presentata, negli uffici della National security - si legge nell'atto giudiziario - da Said Mohamed Mohamed Abdallah, rappresentante del sindacato indipendente dei venditori ambulanti del Cairo ovest".
A rischiare il processo sono il generale Tariq Sabir, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Uhsam Helmi, Magdi Ibrahim Abdelal Sharif. Per un quinto agente i pm capitolini hanno chiesto l'archiviazione. Il ruolo degli agenti nel sequestro nell'omicidio è stato ricostruito nell'attività di indagine dei carabinieri del Ros e dei poliziotti dello Sco. La chiusura delle indagini arriva a due anni dall'iscrizione sul registro degli indagati.
La notifica è avvenuta tramite "rito degli irreperibili" direttamente ai difensori di ufficio italiani non essendo mai pervenuta l'elezione di domicilio degli indagati dal Cairo. Proprio quest'ultimo punto era tra quelli oggetto della rogatoria avanzata nell'aprile del 2019 in cui i magistrati romani chiedevano risposte concrete agli omologhi egiziani. Richieste ribadite nei diversi incontri che negli anni si sono svolti tra investigatori e inquirenti italiani e egiziani ma che il Cairo ha lasciato inevase.
I "quattro indagati - si legge nell'atto - dopo aver osservato e controllato direttamente ed indirettamente, dall'autunno 2015 alla sera del 25 gennaio 2016, Giulio Regeni abusando delle loro qualità di pubblici ufficiali egiziani, lo bloccavano all'interno della metropolitana del Cairo e, dopo averlo condotto contro la sua volontà e al di fuori di ogni attività istituzionale, prima presso il commissariato di Dokki e successivamente presso un edificio a Lazougly, lo privavano della libertà personale per nove giorni".