AGI - Dire se i suoi fossero davvero, come si è sempre detto, tra i panettoni e i gelati migliori di Milano è difficile. Perché le classifiche della morbidezza e del profumo (per i panettoni) e della cremosità e del gusto (per i gelati) hanno un grado di discrezione assai elevato. Ma c’è un dato certo: davanti alla Gelateria Rossi, prima, e alla Pasticceria Nuova Brianza, poi, c’erano sempre delle file infinite. Perché i clienti di Giuseppe ‘Pino’ Travaini sapevano che quel tempo speso in coda a Città Studi, il quartiere universitario, valeva attimi di profonda goduria.
L’arte l’aveva messa da parte grazie ai genitori negli anni Settanta quando era diventato anche socio di Peck, il salotto dei milanesi golosi. Poi lui ci aveva messo la fatica. La sveglia alle 5 di ogni mattina, il tragitto in motorino per attraversare la città e le mani nella cucina. Parlava spesso in milanese e “aveva un sorriso perenne”. Al pomeriggio, si addormentava stravolto sulla poltrona.
A una certa età, aveva mollato la gelateria per trasferirsi sulla Riviera ligure. Mare, clima mite, eppure dopo un paio d’anni il demone della pasticceria lo aveva scosso e spinto a tornare con un nuovo negozio, assieme alle due figlie. E di nuove code e code finché i gelatai della zona gli avevano dichiarato la ‘guerra dei coni’ sostenendo che in base a una legge sulla concorrenza non potesse per 5 anni rimettersi a produrre gelati. Spariti quelli, sono rimaste le file e l'amore per lle sue prelibatezze.
È morto in un incidente stradale a 81 anni, mentre tornava dal commercialista.