AGI - Sì all’apertura dei ristoranti a Natale, a Santo Stefano e a Capodanno ma confermata la stretta sulla mobilità, dal 21 dicembre fino al 6 gennaio: gli spostamenti tra regioni gialle saranno possibili solo per chi farà ritorno al proprio luogo di residenza o di domicilio. E’ la mediazione alla quale si è arrivati dopo un lungo vertice tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia e i capi delegazione di maggioranza.
Al momento nessuna apertura sui ricongiungimenti e sulle seconde case fuori regione ma soprattutto sulla prima ipotesi è ancora in corso un confronto nell’esecutivo. E il tema sarà al centro dell’incontro con le Regioni. Ma l’ala più rigorista nel governo ha insistito fino alla fine, secondo quanto si apprende, su un un’ulteriore stretta per quanto riguarda i ristoranti nei giorni festivi. E’ vero che i bar nelle zone gialle chiudono alle 18 ma il timore è che si possano registrare, sia alla vigilia di Natale che alla vigilia di Capodanno, degli assembramenti in piazza per i festeggiamenti.
A spingere per tenere aperti i ristoranti il 25 e il 26 è stata soprattutto Italia viva, con la capo delegazione Teresa Bellanova. Mentre sui ricongiungimenti il premier ha lasciato la porta aperta nell’incontro con i capigruppo ieri pomeriggio. Così come sulla possibilità di tenere aperti gli alberghi di montagna. Su quest’ultima ipotesi non si è deciso mentre l’eventualità di riaprire la scuola il 14 dicembre, come ventilato dal presidente del Consiglio (“Come gesto simbolico”, ha ragionato Conte), viene ritenuta difficile.
Sarà il ministro della Salute Roberto Speranza a illustrare in Parlamento le linee guida delle nuove misure restrittive anti-Covid che saranno valide dal 21 dicembre al 6 gennaio. Poi prima della riunione del Consiglio dei ministri, nella quale si discuterà anche del decreto legge necessario per limitare gli spostamenti, ci dovrebbe essere un nuovo confronto con le Regioni. La firma del nuovo Dpcm è prevista per il 3 dicembre.